I siti web dedicati alle scommesse in Italia, sono pieni zeppi di dati. In qualche caso, dietro una mole impressionante di numeri che dovrebbe aiutare il giocatore a fare le scelte meno rischiose, si nascondono storie di campioni davvero inimmaginabili.

A Vincent Thomas Lombardi, allenatore di football americano vincitore di sei titoli NFL e due finali del Super Bowl, e a cui piace ricordare che…

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“non importa quante volte cadi, ma quante volte ti rialzi”…

…uno come Cristiano Ronaldo sarebbe piaciuto davvero molto. Giocatore fra i più vincenti, a titolo personale e di squadra, nella storia del calcio moderno. Eppure se con una macchina del tempo tornassimo indietro di qualche anno ci troveremmo di fronte a un Cristiano Ronaldo dalla vita tutt’altro che facile e dal destino tutt’altro che segnato.

A raccontarlo fu la stessa madre del calciatore portoghese, Maria Dolores dos Santos Aveiro, in un’intervista rilasciata quando suo figlio calcava i campi inglesi. Quello che oggi è uno fra gli sportivi più vincenti e pagati al mondo perse il padre per problemi legati alla dipendenza dall’alcol, quando era poco più che ventenne. A José Dinis, questo il nome dell’uomo, Cristiano era ed è legatissimo. Come dimostra la foto postata qualche mese fa sui social network e che ritrae Cristiano Ronaldo assieme ai figli, davanti a un’immagine del padre: “Sarai sempre con noi”, sono le parole che accompagnano lo scatto.

cristiano-ronaldo

Ma la prematura scomparsa del padre non è l’unica difficoltà che il destino ha messo sulla sua strada. Nel 2014, al termine della finale di Champions League giocata a Lisbona all’Estádio da Luz fra i due club di Madrid, in molti si chiesero chi fosse quel ragazzo cui il portoghese aveva donato la propria maglia. Molte le leggende che fioccarono nelle ore immediatamente successive al trionfo.

Ma la storia che nei giorni seguenti diventò nota, tassello dopo tassello, finì con lo svelare un aspetto della vita privata di Cristiano Ronaldo sconosciuto a gran parte di tifosi e media. La sera prima del match Cristiano e il fratello maggiore Hugo avevano stretto un patto: se uno avesse vinto il più importante trofeo riservato ai club europei, l’altro avrebbe fatto di tutto per sconfiggere la dipendenza dall’alcol.

Perché dopo i problemi legati alla droga, fra l’altro raccontati dalla stessa Dolores Aveiro nell’intervista ai media inglesi, erano subentrati anche quelli col bere.

Ed è stata proprio la conoscenza diretta dei problemi e dei danni causati da droga e alcol a tenere lontano il campione dalle cattive abitudini.

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