Il buco nell’ozono sull’Antartide potrebbe richiudersi completamente già entro l’anno 2040. Lo afferma Tatsuya Nagashima, del National Institute for Environmental Studies di Ibaraki, in Giappone, la cui ricerca è stata descritta sulle Geophysical Research Letters.

Il recupero dell’ozono è dovuto al calo della produzione di composti di cloro e di bromo, regolata dal Protocollo di Montreal del 1987. Il lavoro giapponese contraddice vari modelli precedenti, che hanno previsto, prima dell’inizio del recupero, un ulteriore peggioramento della situazione. La ricerca è molto importante perché mostrano che lo sviluppo dell’ozono stratosferico non ha un solo futuro. «Questo è probabilmente il più completo studio mai pubblicato delle interazioni fra la chimica e il clima», dice John Austin, del Met Office of Climate Research di Bracknell, in Inghilterra. «Vari modelli stanno iniziando a mostrare risultati molto simili». Nagashima riconosce che il modello del suo gruppo potrebbe non essere la migliore previsione del recupero dell’ozono e che lavori futuri e modelli sempre più complessi continueranno a migliorare l’accuratezza delle previsioni.

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Manila Antinori

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