La promozione dell’auto elettrica parte dalla penisola iberica, ma se l’esperimento dovesse avere il successo che ci si attende, è facile ipotizzare una rapida diffusione di veicoli elettrici anche negli altri paesi europei

Buone notizie dal settore dell’auto elettrica: il consorzio portoghese MOBI.E ha messo a punto un sistema di ricarica per veicoli elettrici tecnologicamente avanzato e di facile utilizzo per il consumatore finale. I punti di ricarica, accessibili ai veicoli elettrici di tutte le marche automobilistiche, verranno installati a breve su tutto il territorio nazionale. Per accedere alla rete, i possessori di veicoli elettrici avranno bisogno solo di una semplice carta prepagata, utilizzabile su tutto il territorio nazionale – indipendentemente dall’ubicazione del punto di ricarica.

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I punti di ricarica saranno installati sia in parcheggi pubblici che privati, nei parcheggi di aeroporti e centri commerciali, nelle stazioni di rifornimento carburante e nelle stazioni di servizio delle autostrade. La rete sarà dotata di 2 tipi di punti di ricarica: standard, in grado di caricare un veicolo elettrico in 6-8 ore durante la notte, e punti di ricarica rapida, che consentiranno di ricaricare il veicolo elettrico in soli 20-30 minuti.

A fine maggio il consorzio MOBI.E Tech ha stipulato un accordo col gruppo automobilistico Renault-Nissan per la diffusione su vasta scala di veicoli elettrici in Portogallo. L’accordo prevede l’installazione di 1.300 punti di ricarica entro il 2011 e la fornitura di veicoli elettrici da parte di Renault-Nissan già a partire dal dicembre 2010. Il Portogallo è stato uno dei primi paesi al mondo ad aver adottato una seria politica nazionale nel campo della mobilità elettrica e MOBI.E Tech sta implementando il modello MOBI.E anche in altri Paesi. “Siamo certi che la creazione di una rete di ricarica pan-europea integrata e totalmente interoperativa, aperta a diversi fornitori di energia, operatori di mobilità elettrica, costruttori automobilistici e fornitori di servizi a valore aggiunto, sarà una delle sfide determinanti per l’adozione di veicoli elettrici su larga scala”, ha dichiarato Fernando Baptista, General Manager di MOBI.E Tech.

Sempre il gruppo Renault-Nissan, nel marzo scorso aveva firmato un accordo anche con il gruppo spagnolo Acciona Energia (uno dei maggiori produttori europei di energia da fonti rinnovabili) per incentivare la diffusione di auto elettriche in Spagna. Anche in questo caso, le auto (che saranno totalmente elettriche) verranno ricaricate solo con energia proveniente da fonti rinnovabili e ad emissioni zero grazie alle speciali colonnine fornite da Acciona.

L’accordo stipulato tra Renault-Nissan e Acciona prevede l’installazione sul territorio spagnolo di un numero di postazioni di ricarica sufficiente a rendere l’auto elettrica appetibile per il mercato. L’accordo prevede, inoltre, che le colonnine siano facilmente identificabili e rintracciabili tramite un sistema di navigazione satellitare che sarà di serie sulle autovetture elettriche prodotte dal gruppo. Anche in Spagna i veicoli elettrici saranno in vendita già entro il 2010, mentre la commercializzazione su grande scala è prevista per l’anno 2012.

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Laura Pavesi

Laura Pavesi

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Un Commento

  • Massimo ha detto:

    Da un lato è lodevole che le istituzioni inizino ad interessarsi a questi sistemi e a cercare di renderli disponibili, dall’altro però dovrebbero anche capire che le colonnine in piazza servono al massimo a una ricarica parziale.
    Invece che pagare il 100% dei costi delle colonnine e dell’energia sarebbe più intelligente incentivare le aziende (grandi, medie e piccole) a mettere delle colonnine davanti alle loro sedi e nei loro parcheggi.
    Stiamo 8 ore al giorno a lavoro con la macchina parcheggiata, un tempo più che sufficiente a ricaricare qualsiasi veicolo.
    Senza contare che ci sono dei sistemi (come in-presa, http://www.in-presa.com) che permettono di addebitare al proprietario del veicolo l’importo della ricarica e di creare circuiti di abbonati.
    Oggi ci sono 3 veicoli elettrici, ma se diventassero 3000 quanto sarebbero contenti i comuni di continuare a pagare la corrente consumata da tutti?