Italia prima della classe alla conferenza per il clima di Cancun. Risulta infatti tranquillamente raggiungibile la riduzione del 20% di emissioni di CO2 entro il 2020. E i dati ci pongono ai primi posti di un coerente programma anti-inquinamento.

Alla recente  Conferenza per il clima di Cancun l’Italia si è presentata con l’orgoglio di chi non si limita solo ad avere le carte in regola. I numeri parlano chiaro: i dati presentati da Annozero CO2 in collaborazione con Legambiente e Kyoto Club, mostrano come il nostro paese sia tranquillamente al passo con la riduzione del 20% di CO2 perseguita entro il 2020.

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Ma non solo: gli ottimi risultati conseguiti, inducono infatti l’Italia ad allinearsi con i paesi europei che chiedono ulteriori riduzioni di CO2 fino a raggiungere il 30% entro il 2020. I risultati italiani risaltano ancora maggiormente se confrontati con le poco ottimistiche analisi emerse nei mesi precedenti. A marzo di quest’anno,  la Commissione Europea riunita a Bruxelles aveva delineato un quadro globale tutt’altro che roseo per il nostro paese. Se infatti Francia,  Gran Bretagna e altri dieci paesi UE consideravano sufficiente al raggiungimento degli obiettivi la propria produzione interna di energie rinnovabili e se alcuni paesi (fra cui Germania, Spagna e Svezia) si proponevano addirittura di superare il target, l’Italia (insieme a Belgio, Danimarca, Lussemburgo e Malta) si annoverava fra i paria che avrebbero dovuto ricorrere all’importazione di energia pulita per poter conseguire i propri obiettivi nazionali. Per questo motivo, a solo nove mesi di distanza, i risultati raggiunti dall’Italia marcano un passo avanti di notevole importanza: le emissioni di gas serra sono diminuite del 4,3% negli ultimi anni.

Quali sono stati i fattori determinanti di questo successo e come è possibile potenziare ulteriormente i risultati conseguiti? Secondo il ricercatore Rodolfo Pasinetti “Questa riduzione è dovuta in larga parte alla crisi economica, ma l’introduzione di una serie di misure di stimolo del mercato ha potuto produrre un’accelerazione dei risultati raggiunti. In particolare, incidendo sui settori in cui il Made in Italy è competitivo, si possono tagliare i consumi energetici di circa 9Mtep e le emissioni CO2 di 28 Mt entro il 2020 con un saldo dell’operazione in attivo per 16 miliardi di euro.” I risultati raggiunti dall’Italia, non devono quindi essere considerati come un successo casuale e isolato, ma come il primo incoraggiante passo avanti all’interno di un articolato e vincente programma di sviluppo.

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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