Sarà un incontro mondiale e avrà luogo il 22 settembre a New York, nell’ambito dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: lo ha annunciato Ban Ki-Moon, Segretario Generale dell’Onu, nel corso della Terza Piattaforma Mondiale sulla riduzione dei rischi delle catastrofi che ha avuto luogo a Ginevra.La decisione rappresenta un’opportuna presa d’atto dei timori diffusi a livello mondiale dalla recente tragedia di Fukushima: lo spettro (purtroppo molto concreto) di una catastrofe nucleare di proporzioni simili a quella di Chernobyl, ha stimolato l’emergere di un dibattito esteso, che ha coinvolto – talvolta su posizioni nettamente contrapposte – tanto i cittadini quanto i governi di diversi paesi. La risposta di Ban Ki-Moon tenta di bilanciare l’esigenza di sviluppare ulteriormente il settore nucleare, compatibilmente – però – alla necessità di fornire garanzie di sicurezza realmente efficaci.

L’ambivalenza del nucleare: si tratta – in realtà – di una tematica piuttosto sentita dal Segretario generale dell’Onu, originario della Corea del Sud e particolarmente sensibile a ricordi e suggestioni risalenti ai tempi della Guerra Fredda; già nel 2008, Ban Ki-Moon aveva considerato il problema, anche se in una prospettiva diversa: “Sono parecchi i timori a proposito di una rinascita del nucleare… rinascita stimolata dal fatto che il nucleare rappresenta un’energia alternativa pulita in un momento di intensi sforzi contro la minaccia del cambiamento climatico. Ciò che più spaventa è il fatto che questa rinascita implichi la produzione e l’utilizzo di materiali nucleari che sarà fondamentale preservare da possibili strumentalizzazioni terroristiche.” A distanza di tre anni, il problema si presenta sotto una luce diversa: lo spauracchio del terrorismo ha passato il testimone al fantasma delle catastrofi naturali.  “La tragedia della centrale nucleare di Fukushima-Daichi, – ha affermato a Ginevra il Segretario Generale dell’Onu –ha sollevato il problema dell’avvenire dell’energia nucleare e ha alimentato non pochi timori all’interno della popolazione. Uomini e donne in tutto il mondo si chiedono se agiamo correttamente, se siamo in grado di proteggere il pianeta dai danni di un incidente nucleare.” Un compito senza dubbio notevole che – secondo Ban Ki-Moon, i governi dei diversi paesi devono compiere in sinergia con il mondo dell’industria. Il vertice di New-York si baserà sui risultati che l’AEIA (Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica) riferirà a giugno a Vienna, nel corso di un’assemblea sulla sicurezza nucleare.

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Iniziative diverse, obiettivi comuni: l’accento, in fondo, non va posto tanto sull’incontro annunciato da Ban Ki-Moon, quanto sul summit di Ginevra, su quello di Vienna e su quello di New York considerati globalmente; forse – tirando le somme – la tragedia giapponese ha avuto un effetto collaterale positivo: evidenziare la gravità delle implicazioni della  “questione nucleare” sensibilizzando cittadini e governi sulla necessità di considerare la problematica con i piedi di piombo.

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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