Una buona notizia per il riciclo delle materie prime nel nostro paese. L’Italia è al 3° posto nella classifica mondiale (dopo Stati Uniti e Giappone) e leader in Europa per il riciclo dell’alluminio, materiale che si presta ad un recupero quasi infinito, senza perdere le sue caratteristiche. I dati sono stati raccolti e resi noti dal CIAL (Consorzio Imballaggi Alluminio).

I dati del CIAL parlano chiaro: in Italia sono state raccolte e riciclate 46.500 tonnellate di imballaggi in alluminio, pari al 72,4% dei materiali in alluminio immessi sul mercato.

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Lungo lo stivale, sono attive 25 fonderie all’interno delle quali avviene un importante processo di recupero di qualsiasi rottame in alluminio. Tutto l’alluminio gettato nell’indifferenziato viene reimmesso nel ciclo produttivo. La selezione avviene su apposite piattaforme, dove l’alluminio viene pressato in balle e inviato alla fonderia.

In fonderia ha inizio un primo passaggio nel quale vengono scartati tutti gli altri materiali (come il ferro, il vetro ecc.) ad una temperatura di 500 gradi. A 800 gradi, invece, avviene il processo di fusione, durante il quale l’alluminio fuso viene trasformato in tanti piccoli lingotti, pronti per essere venduti (anche sul mercato estero, in particolare in Germania).

In Italia, l’80% dell’alluminio prodotto è riciclato e solo il 20% deriva dal minerale originario. L’alluminio viene utilizzato in svariati campi: dall’edilizia al settore degli imballaggi, dalla meccanica ai casalinghi. Ed è un settore che conta 211 imprese consorziate, che danno lavoro a 35.000 dipendenti.

In termini ambientali, il processo di riciclo dell’alluminio si traduce, innanzitutto, in un risparmio concreto di materie prime. Oltre ad essere tra i primi posti sul mercato internazionale per la produzione e la vendita di alluminio, ciò consente al nostro paese di evitare uno spreco del 95% di energia, che altrimenti verrebbe impiegata per ricavare il materiale partendo dal minerale grezzo. Tradotto in cifre, questo significa 371.000 tonnellate di CO2 in meno e 160.000 tonnellate di petrolio risparmiate.

Attualmente, in Italia sono 85 i Comuni che partecipano alla raccolta degli imballaggi d’alluminio e quelli più virtuosi sono stati premiati nel 2011 con un incentivo di 400.000 euro. Tra questi, ci sono i comuni di Milano, Asti, Pordenone, Padova, Chieti, Benevento, Salerno, Lecce e Sassari.

Rispetto al 2009, è stato registrato dal CIAL un incremento del riciclo legato ai movimenti del mercato, che avevano fatto scendere bruscamente il valore unitario dell’alluminio primario. Questo aveva portato i produttori ad accantonare la vendita di alluminio primario in attesa di tempi migliori, puntando al contrario sulla sua rigenerazione.

I risultati – secondo il CIAL – sono molto promettenti, anche se 85 Comuni su un intero Paese sono davvero pochi, se pensiamo che ognuno di noi potrebbe davvero contribuire, nel proprio piccolo, ad azzerare anche quel 20% di lavorazione del minerale.

 

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Laura Pavesi

Laura Pavesi

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