Trovare un piccolo pezzo di terreno in città, lavorarlo, piantare verdura, frutta e ortaggi, e provare la soddisfazione di raccogliere e assaporare i frutti del proprio lavoro. Questa è la tendenza globale che ha raggiunto anche l’Italia: sempre più cittadini, infatti, sentono l’esigenza di ritrovare un contatto con la natura, di lavorare all’aria aperta e di mangiare più sano,  con il valore aggiunto di risparmiare sui costi di frutta e verdura.

Coltivare e curare un orto, anche se piccolo, richiede però un minimo di preparazione, pazienza e costanza. Ed ecco che nasce l’orto urbano: uno spazio a due passi dalla propria abitazione, o meglio ancora sul balcone di casa, per potersene occupare quotidianamente.

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In Italia sono sempre di più gli orti urbani, soprattutto comunali, che vengono affittati oppure affidati gratuitamente ai cittadini. Un’iniziativa recente è quella avviata dal Comune di Capannori, in provincia di Lucca: a 12 cittadini sono stati assegnati appezzamenti di terreno di 30 mq ciascuno, da coltivare senza l’uso di concimi o fertilizzanti chimici. I prodotti non possono essere messi in vendita, perché lo scopo di questa iniziativa non è certo di avviare un’attività imprenditoriale, ma di riscoprire i vantaggi di una produzione alimentare tutta naturale e a km zero.

È successo anche a Roma, che già conta un centianio di orti pubblici condivisi, mappati da Zappata romana, un progetto per la ricerca e promozione di iniziative relative agli orti e giardini urbani collettivi di proprietà del Comune di Roma. Questa primavera è stato inaugurato Hortus Hurbis, un orto in stile Roma antica che grazie alla collaborazione di molti volontari ha contribuito al recupero di aree dismesse o abbandonate della capitale. E non mancano le attività di educazione ambientale, con laboratori pratici per bambini e sessioni teoriche per i più grandi.

E molti altri esempi virtuosi si possono trovare in tutta Italia. Insomma, curare un orto urbano è un hobby, una passione, talvolta una necessità, ma anche un impegno costante. La vita di città spesso porta all’allontanamento della natura, ma una sensibilità ambientale si sta certamente diffondendo sempre di più, e i segnali sono chiari.

Sempre più cittadini dimostrano tanta buona volontà e un concreto interesse per l’agricoltura urbana, perché lavorare la terra fa sentire meglio: ci insegna a conoscere le piante, i tempi e le trasformazioni della natura, ci fa sentire parte integrante di un unico grande ecosistema.

 

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Silvia Argentiero

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  • alex ha detto:

    iniziative INTELLIGENTI, non per tutti quindi. difficili da realizzare in molti comuni italiani, parlo per mia esperienza, perchè strumentalizzate e di chiara matrice politica. avvicinare le nuove generazioni a considerare il rispetto e la conoscenza della natura un elemento essenziale del loro percorso di vita è indispensabile a creare loro un futuro.
    comunque io ho detto difficile da realizzare, non impossibile, perciò io ci riuscirò. ed anche voi se vorrete.