Entro il 2025, Rotterdam sarà una città a prova di cambiamenti climatici. La cittadina olandese raccoglie la sfida ecologica del momento e mette a punto nuove strategie. Essere una smart city va bene, ma non basta; le città del futuro, oltre che smart dovranno anche essere resilienti e uno dei punti di rilievo del restyling urbano prevede la nascita di un nuovo concetto di piazza: le water squares, piazze d’acqua appunto.

Il problema dei cambiamenti climatici è una delle tematiche di maggiore attualità da anni: c’è chi pensa a come limitarne la portata su larga scala e chi pensa a come fare per adattarsi a una situazione che – volenti o nolenti – si profila sempre più come un dato di fatto ineludibile. E dal momento che, in quanto punti di maggior afflusso della popolazione, città e metropoli saranno in prima linea, c’è già chi pensa a come portarsi avanti.

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L’esempio di Rotterdam è chiaro: per la storica e allo stesso tempo modernissima cittadina olandese  il gruppo multidisciplinare De Urbanisten, insieme allo Studio Marco Vermeulen, ha concepito un’interessante soluzione urbanistica che oggi sta dando i primi frutti. Per water squares si intende spazi urbani concepiti come aree di gioco o relax e caratterizzati da un aspetto “variabile” o – per dirla in altri termini – elastico rispetto alle condizioni climatiche. In pratica, le water squares, rimarrebbero luoghi asciutti per la maggior parte dell’anno, mentre in caso di precipitazioni si trasformerebbero in vere e proprie “piazze d’acqua”, allagate ad hoc per un periodo rigorosamente a termine che, per motivi igienici, non dovrebbe superare le 32 ore. watersquare_different types

Con piogge di scarsa intensità, le water squares svolgerebbero una semplice funzione di “raccolta disciplinata” delle acque piovane, che prima di essere riutilizzate, verrebbero immagazzinate in bacini di stoccaggio nascosti; in caso di precipitazioni particolarmente intense, invece, le water squares si trasformerebbero in un vero e proprio bacino di decantazione delle acque piovane, che verrebbero poi immesse nel sistema fognario in modo graduale, per evitare problemi di sovraccarico. L’aspetto interessante, è che – anche in fase di allagamento – le piazze manterrebbero il loro carattere ludico e la loro fruibilità da parte dei cittadini, che potrebbero approfittare di giochi d’acqua pensati soprattutto per i bambini.

La piazza del futuro, made in Olanda, sembra quindi configurarsi come uno scenario costantemente variabile e adattabile alle condizioni del tempo: lo si nota dalle prime concretizzazioni del progetto che già oggi non è più solo un’idea tracciata sulla carta. Proprio a Rotterdam, infatti, sono già visibili due esempi più di water square: la Bellamyplein water plaza e soprattutto la Benthemplein water square, inaugurata lo scorso dicembre e capace di immagazzinare 1700 mc di acqua piovana.

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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