Che il riciclo si sia ormai consolidato e diffuso anche ad ambiti insoliti, non è un segreto per nessuno. Stupisce, però, l’idea lanciata dai progettisti di Chartier-Corbasson che hanno immaginato – e pensato nei minimi particolari – un grattacielo interamente costruito con i rifiuti. L’idea ha un nome – Organic London Skyscraper – e anche una città d’elezione: Londra, dove il grattacielo potrebbe sorgere in meno di un anno.

Avrà una struttura a impalcatura in bambù come nelle costruzioni orientali e pannelli rigidi composti di carta e plastica riciclate, ma soprattutto “crescerà” progressivamente, proprio come un essere vivente: il grattacielo organico che – presumibilmente – si staglierà contro il cielo di Londra in tempi non biblici, crescerà annualmente di piano in piano grazie ai rifiuti prodotti dai suoi inquilini. Secondo i calcoli, infatti, basterebbero 80 bottiglie di plastica a produrre un pannello isolante, mentre con poco più di 30 chili di carta riciclata sarebbe possibile costruire un pannello termoisolante.

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Utopia? Pare di no. Davanti al proliferare di proposte simili è lecito sviluppare una certa diffidenza, ma a farci adottare un atteggiamento più fiducioso ci pensa la realtà stessa dei fatti. Parlando di grattacieli organici, per esempio, è possibile trovare un esempio sotto – anzi, sopra – gli occhi di tutti a New York, dove il MoMa ospita in forma temporanea Hy-Fi, un’installazione di tre torri costruite interamente con mattoni biodegradabili in buccia di mais e micelio di funghi.

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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