Attualità

A Baghdad graffiti artistici sul muro della discordia

di 2 Maggio 2007Marzo 5th, 2017No Comments

Un muro eretto per dividere due popoli, o come nel caso di Baghdad, due comunità, sciiti e sunniti, desta sempre inquietudine, tristezza e malinconia. Nella capitale iraqena colpita dalla piaga degli scontri etnici ed identitari, oltre che dall’occupazione militare straniera, i militari USA ne hanno eretto uno per circondare la zona sunnita, nella zona nord della città, e difenderla dagli attacchi degli sciiti.

Ora è partito un progetto voluto dagli artisti, sunniti, sciiti e curdi, dell’Iraq, mirato alla realizzazione di colorati murales lungo il muro, fortemente osteggiato dagli iraqeni stessi. Il 4 aprile scorso sono iniziati i lavori, con gli artisti che si sono dati appuntamento davanti alla barriera di cemento armato, per cercare di rendere, a modo loro, la realtà della guerra un po’ meno drammatica. Si sono incontrati lungo Saadoun Street, nel centro della capitale, per cominciare la realizzazione dei disegni. I graffiti rappresentano scene di vita in Iraq, paesaggi affascinanti lungo il deserto e richiami al glorioso passato del Paese, ai tempi in cui sulle sponde dei due fiumi Eufrate e Tigri (la Mesopotamia) si sviluppava la più grande civiltà dell’epoca, quella degli Assiro-Babilonesi.

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In tutto il Paese, ma nella capitale Baghdad in particolare, purtroppo la presenza di questo tipo di costruzioni, a protezione contro i continui attacchi che si verificano, è sempre più in espansione. Le case private, tutti gli edifici pubblici e gli alberghi sono spesso circondati da barriere di questo tipo. Nonostante il premier al-Maliki sia stato contrario all’erezione del muro, temendo che avrebbe diviso ancora di più le comunità in lotta e alimentato l’odio e l’incomprensione, i soldati USA lo hanno ritenuto indispensabile.

Oltre alle scene di vita quotidiana e di stampo epico inerenti al passato iraqeno, molti artisti hanno scelto di rappresentare anche animali tipici del luogo come cammelli, cavalli arabi e maestosi e coloratissimi uccelli in volo. Simbolo, questi ultimi, di libertà e speranza, in un Iraq che ha enormemente bisogno di tutte e due, per ricominciare una vita dignitosa in pacifica convivenza.
Se vi saranno altri muri, annuncia uno degli artisti, Talib Mushin, anche questi saranno dipinti, sempre nell’attesa di vederli cadere giù: non è con il muro che si costruiscono la pace e il dialogo.

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Stefano Torelli

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