In India, una tribù formata da circa 8.000 persone quasi tutte analfabete – la tribù dei Dongria Kondh – è riuscita a fermare la Vedanta Resources, uno dei principali colossi minerari del mondo. Il gruppo Vedanta aveva deciso di sfruttare un giacimento di bauxite (dalla quale si ottiene l’alluminio) del valore di due miliardi di dollari sulle colline del Niyamgiri, considerate sacre dai Dongria Kondh, poiché rappresentano l’origine della vita. 

Le colline del Niyamgiri si trovano nell’India orientale, nello stato di Orissa (o Odisha). In questo stato vivono gli indigeni nativi dell’India, che sono suddivisi in 62 tribù e sono di religione animista. I Dongria Kondh sono una di queste tribù e abitano sulle colline del Niyamgiri, che oltre ad essere considerate sacre, sono anche molto ricche di biodiversità e di corsi d’acqua. Lo stato di Orissa, insieme agli stati confinanti di Jharkhand e Chhattisgarh, racchiude il 70% dei giacimenti di carbone, il 56% di ferro e il 60% di bauxite di tutta l’India. Quest’area, che è detta “mineral belt”, attira da molti anni la maggior parte dei capitali stranieri che vengono investiti in India (prevalentemente nell’industria pesante: produzione di acciaio, alluminio ed energia elettrica). Tra i maggiori investitori c’è proprio la Vedanta Resources (www.vedantaresources.com) una società mineraria con sede a Londra e con un giro d’affari di circa 8 miliardi di dollari. 

Lo Stato di Orissa in India

Sin dal 2003 il colosso minerario aveva costruito una raffineria di bauxite ai piedi delle colline di Niyamgiri, pur non avendo ancora ottenuto né la concessione edilizia, né l’autorizzazione legale allo sfruttamento della vicina miniera di bauxite. L’impatto sul territorio abitato dai Dongria Kondh è stato disastroso: Vedanta ha evacuato le tribù locali per far posto agli impianti industriali, devastato i campi da loro coltivati e distrutto una parte della foresta, minacciando seriamente la loro stessa sopravvivenza.  

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Tra il 2003 e il 2009 i Dongria Kondh tra hanno organizzato numerose proteste davanti alla raffineria di bauxite ed hanno chiesto aiuto al governo britannico, alla Chiesa inglese e ad ONG internazionali, quali  Amnesty International e Survival International (www.survivalinternational.org/tribes/dongria). Lo scorso anno, inoltre, hanno chiesto al governo inglese l’avvio di indagini sul gruppo Vedanta e sottoposto alle Nazioni Unite un appello urgente, attirando su di sé l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale. Nonostante l’opposizione degli indigeni al progetto, però, Vedanta Resources non si è fermata e, in clima di corruzione, intimidazione e violenza, due dei loro leaders sono stati sequestrati e picchiati. 

Tutto questo sino a fine agosto, quando  il governo indiano – preso atto del disprezzo dimostrato da Vedanta Resources per i diritti delle tribù locali e per le leggi indiane – ha fermato il progetto. Il Ministro dell’Ambiente indiano, Jairam Ramesh, ha accusato la Vedanta Resources di attività mineraria illegale e le autorità locali di Orissa di collusione con il colosso minerario. Mentre l’attuale Ministro per l’Ambiente e le Foreste dello Stato di Orissa, Shri Jairam Ramesh, ha sollevato forti dubbi sulla legittimità della raffineria già fabbricata e ha respinto la domanda di abbattimento della foresta del Niyamgiri per far posto alla miniera. Il gigante minerario, quindi, deve fare marcia indietro e rinunciare all’estrazione di bauxite dalle colline sacre ai Dongria Kondh.

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Laura Pavesi

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