Sciopero dei benzinai confermato a partire dalle ore 19 di stasera fino alle ore 7 di venerdi mattina per Fegica Cisl e Faib Confesercenti. Hanno invece deciso di sospendere lo sciopero le altre due sigle sindacali dei benzinai Anisa e Figisc-Confcommercio. È questo l’esito dell’incontro al ministero dello Sviluppo Economico.

Secondo dati ministeriali, Figisc e Anisa coprono oltre il 50% dei gestori sindacalizzati. E tenendo presente che il 20% circa non aderisce a nessuna sigla sindacale, allo sciopero che inizierà stasera non aderirà circa il 70% dei distributori.

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Le associazioni dei gestori di distribuzione del carburante si sono così spaccate nel corso del tavolo. L’oggetto del contendere è stato il bonus fiscale, ovvero la facilitazione che scade a fine anno. Le preoccupazioni per il rinnovo del bonus hanno portato le associazioni alla proclamazione di 15 giorni di sciopero, la prima tranche parte da stasera alle 19, per terminare venerdì alle 7 del mattino. La mobilitazione è stata, quindi, riconfermata solo da due sigle (Fegica e Faib-Confesercenti) mentre la Figsc e Anisa-Confcommercio hanno deciso di sospendere lo sciopero, avendo raggiunto l’accordo al ministero di via Veneto.

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Silvio Malvolti

Silvio Malvolti

Ho fondato BuoneNotizie.it nel 2001 con il desiderio di ispirare le persone attraverso la visione di un mondo migliore. Nel 2004 ho costituito l'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, che oggi gestisce questa testata: una sfida vinta e pluripremiata.

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  • Roberto ha detto:

    Non capisco qual è la BUONA NOTIZIA

    Per chi deve fare benzina o per il benzinaio ?

    In entrambi casi è una brutta notizia. Significa che ci sono Benzinai in crisi e che chi deve fare benzina dovrebbe essere felice quando il benzinaio rinuncia a far valere i suoi diritti o va a compromessi.

    Ci vuole anche un po di rispetto per il prossimo prima di pubblcare queste buone notizie, buone solo per i menefreghisti ed egoisti direi.

  • Silvio ha detto:

    Svantaggiare i cittadini con scioperi che creano disagi è una forma direi inutile di protesta: ci si ritorce sul più debole per ottenere un diritto o un vantaggio di cui i cittadini non sono responsabili.
    La stessa cosa vale naturalmente per gli scioperi nei trasporti e così via.
    Inoltre le compagnie petrolifere, lo Stato, e i benzinai stessi non perdono un euro: chi deve spostarsi in auto non fa altro che anticipare il pieno di carburante che avrebbe fatto solo qualche giorno dopo.

  • Roberto ha detto:

    Cito: “Svantaggiare i cittadini con scioperi che creano disagi è una forma direi inutile di protesta”

    evidentementi la storia e il motivo per cui gli scioperi esistono, non conta nulla. Lo sciopero è vero che svantaggia i cittadini e crea disagi (nell’immediato), ma è anche l’unica forma possibile di protesta in grado di costringere, chi lede i diritti dei lavoratori (aziende e stato), a delle mediazioni. Senza sciopero saremmo ancora tutti SCHIAVI e questo è uno dato di fatto innegabile (sempre che non si voglia riscrivere o cancellare la storia). SCHIAVI lo eravamo e i lavoratori si sono affrancati e risollevati SOLO grazie agli scioperi, e nelle nazioni in cui non c’è il diritto allo sciopera quardacaso adesso sono quelle considerate DITTATURE.

    Cito: “Inoltre le compagnie petrolifere, lo Stato, e i benzinai stessi non perdono un euro: chi deve spostarsi in auto non fa altro che anticipare il pieno di carburante che avrebbe fatto solo qualche giorno dopo.”

    Bisogna trovare gli informati e i prudenti, una piccola percentuale.

    Evidentemente il punto di vista è superficiale anche in quello che riguarda l’organizzazione dei rifornimenti alle stazioni di servizio, il flusso viene modificato quindi occorre rimodulare produzione e forniture con anche straordinari e picchi di forniture… è un bel danno, comunque il disagio è lo scopo principale, e il cittadino a disagno vota diversamente. Poi in tal caso se tu vai in un distributore e lo trovi chiuso passi al successivo che non fa sciopero (cioè le aziende sono scese a compromessi) quindi valutando i grandi numeri, chi non scende a compromessi con i lavoratori durante lo sciopero non vende e non è vero quindi che vende dopo.