Italia in testa alla rivoluzione digitale. È questo il il risultato di una ricerca dell’Osservatorio New Media & New Internet, presentata di recente al Campus Bovisa e promossa dalla School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Cefriel – centro per l’innovazione, la ricerca e la formazione nel settore dell’Information & Communication Technology

Già, la crisi si sente, ma non è solo sinonimo di scoramento e negatività, bensì anche di innovazione, cambiamento e addirittura crescita. In particolare, sta cambiando il mondo di Internet e dei nuovi media e sono in crescita la raccolta pubblicitaria e i ricavi su smartphone, tablet e social network.

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La chiamano la “nuova internet”, perché grazie allo sviluppo di media digitali interattivi e degli enormi flussi di dati che sono in grado di generare, il web è ormai alla portata di tutti. Gli italiani, inoltre, stanno cambiando abitudini e i lettori e utenti medi del world wide web si affidano, sempre più spesso, all’editoria digitale che raggiunge ormai ogni apparecchio in grado di connettersi a Internet: dal tablet allo smartphone, alla console per giocare.

Se infatti i pc sono presenti solo nel 60% delle case italiane, sono ben 21 milioni gli italiani a possedere un telefono di terza generazione. E sono 24 milioni i fruitori di social network: solo Facebook conta 21 milioni di profili, superando gli iscritti di Usa e Brasile. Ed è facile capire come mai la pubblicità su questi canali sia raddoppiata, mentre i ricavi generati dalle applicazioni per telefoni e tablet siano cresciuti dell’130%.

Dopo l’analisi del mercato emergente, la ricerca del Politecnico si conclude con l’ipotesi di uno scenario futuro: essendo il trend decisamente in crescita e in modo del tutto inaspettato (considerato il periodo difficile in cui versa il nostro Paese), questo non può che infondere coraggio e speranza.

Quindi, come come si evince dalle parole di Andrea Rangone, responsabile degli Osservatori ICT del Politecnico, “sarà con questo volto che l’Italia potrà entrare a testa alta nell’economia digitale”.

 

 

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Silvia Argentiero

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