“Viviamo in un tranquillo villaggio di pescatori e abbiamo stanze per ospitare più bambini”. “C’è la cucina, un salotto, ho tanti vestiti e io so insegnare l’inglese, li aspettiamo”. Da Reykjavik a Damasco in linea d’aria ci sono più di 5000 chilometri. Al grido di “Solo perché non sta accadendo qui non significa che non stia accadendo” sono perfettamente ignorabili. E’ lo slogan che la professoressa e autrice Bryndis Bjorgvinsdottir ha scelto per smuovere le coscienze dei suoi concittadini islandesi: ha creato una pagina Facebook e ha chiesto loro chi sarebbe stato disposto ad ospitare i profughi siriani in fuga dalla guerra. L’Islanda ha risposto…

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