Una delle domande che ha ispirato la nascita di Buone Notizie è diventata tema di confronto tra giornalisti, editori e lettori che si sono incontrati a Londra nei giorni scorsi, dove sono in corso i lavori per costruire il primo network internazionale di Constructive Journalism, ovvero un giornalismo orientato alle soluzioni.

I mass-media sono diventati più dannosi che utili? Perché i media insistono sulle notizie negative, soffermandosi spesso su dettagli raccapriccianti? Qual è la sensazione che prova un lettore quando sfoglia un quotidiano, un sito di informazione o guarda un telegiornale? Abbiamo cercato di dare risposte efficaci ed oggettive a queste domande. Sapere di lavorare ad un obiettivo condiviso a livello globale, ha sempre supportato e dato profondo senso al nostro, tutt’altro che facile, lavoro di ricerca e ha grandemente ispirato il nostro impegno nel creare un giornale che fosse diverso dagli altri, in cui avesse spazio un’informazione declinata al positivo, basata cioè su notizie e approfondimenti che, seppur mantenendo fede agli obiettivi di trasparenza e obiettività del lavoro giornalistico, fosse in grado di ispirare e incoraggiare, piuttosto che allarmare i lettori.

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Da sempre a questa esigenza affianchiamo il desiderio di arricchire il nostro operato di un approccio che abbia un fondamento scientifico, basato cioè su principi, codici e assunti riconosciuti, discussi e condivisi in ambienti accademici e professionali a livello internazionale. E oggi, questo nostro auspicio diventa realtà: Buone Notizie entra infatti ufficialmente a far parte di Transformational Media Initiative (TMI), il primo network internazionale di professionisti dell’informazione impegnati a creare e supportare lo sviluppo di mezzi di comunicazione al servizio dell’umanità e del pianeta, impegnati cioè nell’invertire la diffusa tendenza al negativo dei media internazionali. Il team di Buone Notizie, grazie al finanziamento di Regione Lombardia, collaborerà per tutta l’estate in qualità di partner nell’elaborazione del progetto Constructive News Project, con il quale si intendono sviluppare le linee guida della teoria del giornalismo costruttivo, un approccio giornalistico orientato alle soluzioni e concepito a livello internazionale dai co-fondatori di TMI, Cathrine Gyldensted, giornalista danese, Seán Dagan Wood, editore del giornale inglese Positive News, Jeremy Wickremer, fondatore di Ideal Media e Gilles Vanderpotten, gi0rnalista francese e imprenditore sociale.

Numerosi casi di cronaca italiana offrono un significativo esempio di come molti giornali insistano nel riportare notizie nefaste ed efferate con maniacale accuratezza su dettagli torbidi e riprovevoli, convinti che le vere notizie siano quelle truci, mentre le belle storie – accorpate tutte e indistintamente nella categoria “salva il gattino dall’albero” – richiedano meno abilità stilistiche e siano meno interessanti. Questa però è lungi dall’essere un’attitudine esclusiva del giornalismo italiano. Il mondo infatti è pieno di persone convinte che il giornalismo tradizionale propenda in maniera preoccupante ed eccessiva nella direzione di una drammatizzazione della realtà, il cui risultato finale, oltre che creare ansia in chi legge, è “allontanare i lettori dai media, tagliando il ramo sul quale essi stessi sono abbarbicati”, come sostiene Cathrine Gyldensted.

Obiettivo del progetto non è dunque diffondere un giornalismo che dia esclusiva rilevanza e copertura alle sole buone notizie, bensì cambiare attitudine nella realizzazione degli articoli, offrendo cioè ai lettori diverse sfumature e prospettive più orientate alle soluzioni nelle storie di cui si scrive (o si parla). Come sostiene Gyldensted, “anche se una storia ha a che fare con un conflitto, essa non deve necessariamente essere negativa e il focus dovrebbe essere più sulla soluzione che sullo scontro”. Molti studi dimostrano infatti che un tono positivo nelle storie (anche negative) dà un segno di speranza e fidelizza i lettori al giornale. Dunque in quest’ottica, il team di lavoro intende creare i presupposti per un nuovo paradigma di giornalismo, cosiddetto costruttivo, basato su regole di giornalismo classico, ma anche di psicologia positiva, per descrivere la realtà, riflettendo ed esprimendo idee e prospettive che siano in grado di informare, ispirare, responsabilizzare e riequilibrare emotivamente i lettori ormai largamente desensibilizzati a causa della valenza prevalentemente negativa delle notizie.

Ospitato negli spazi dell’Impact Hub di Islington, Londra, storica sede del network internazionale di imprenditori sociali e di start-uppers dell’innovazione e della creatività declinate al positivo, oggi presente in più di sessanta città del mondo, il progetto Constructive News Project ha esordito nel corso di un brain brunch, ovvero un incontro aperto alle suggestioni e rilassato dall’efficace titolo “Does the media do us more harm than good?” (ovvero I media ci fanno più male che bene?), cui hanno preso parte Anna Leach e Anna Scott, due giovani giornaliste del quotidiano inglese “The Guardian” che, insieme ai partecipanti, hanno esplorato e discusso degli aspetti positivi e negativi dei mezzi di comunicazione nel mondo moderno, e Seán Dagan Wood, direttore di Positive News, primo giornale al mondo di notizie positive e partner principale del progetto Constructive News.

Seán Dagan Wood, che lo scorso 10 giugno fa ha parlato sul palco del TEDx Sussex University sul tema del giornalismo orientato alle soluzioni, ha offerto la sua visione del ruolo del fare informazione oggi, sottolineando come il giornalismo giochi un ruolo fondamentale nelle moderne democrazie. Buone Notizie non potrebbe essere più d’accordo e attraverso questo progetto e lo sviluppo di un giornalismo costruttivo intende dunque agire affinché quella del giornalista rimanga una professione dinamica e vitale e al vero servizio dell’umanità e del pianeta.

Constructive News Project è stato realizzato con il contributo di Regione Lombardia e Fondo Sociale Europeo.

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Valentina Marchioni

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