Ridere per comunicare e stare meglio, con se stessi e con gli altri: per imparare ad esprimere la nostra gioia, a volte, serve studiare. E così si moltiplicano i corsi di Yoga della risata o di psicologia positiva, come quello istituito alla prestigiosa Università di Harvard. La Giornata Mondiale della risata, che si celebra la prima domenica di maggio, e’ stata istituita nel 1998 da Madan Kataria, fondatore dello “Hasya Yoga”, lo Yoga della risata, come una manifestazione per la pace ed ha lo scopo di costruire una coscienza globale di fratellanza e amicizia.

La sua popolarità di questa giornata è cresciuta insieme con il Movimento dello Yoga della risata (che oggi conta oltre 8.000 Club della Risata in tutto il mondo, in tutti i cinque continenti). Quest’ anno, il 6 maggio prossimo, in Italia ci saranno incontri in piazza a Salò, sul Lago di Garda, e a Roma in Parco Zona Cristoforo Colombo. Le riflessioni e le iniziative riguardo al mondo dell’ilarità si moltiplicano.

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Niente di cui stupirsi, dal momento che le virtù della risata sono assodate ed è diventata celebre la frase di Charlie Chaplin che diceva “Un giorno senza sorriso è un giorno perso”. Oggi, come sostiene la studiosa di bionergetica Vera Birkenbihl, con il modo di ridere si può esprimere addirittura seduzione o energia: basta modulare le vocali per evocare sensazioni diverse, per esempio più seducenti o grintose.

Le sonorità di una risata hanno un notevole valore simbolico e possono richiamare esperienze, storie o abitudini di una persona – dice Carlo Lazzari, medico e psicologo, specializzato in counseling individuale a Londra – Trasmettono energia diversa se declinate in A, O, U”. Lo psicologo fornisce un vademecum pratico su come assecondare i bisogni del momento oppure soddisfare un’esigenza piuttosto che l’altra.

Per scacciare l’apatia, mostrarsi passionali e travolgenti, quando si ride occorre riecheggiare l’A, come faceva Greta Garbo interpretando Cristina di Svezia nell’omonimo film. La risata enfatica ottimista e gioiosa, tipica di chi riesce a vedere sempre il lato positivo della vita, ha il suo accento in O: è usata spesso anche dai comici per cogliere e dare allegria. Il sorriso in U, invece, è sinonimo di turbamento e di inquietudine, anche se denota consapevolezza di sé e determinazione, senza necessità di ostentazione.

Ma il desiderio di cambiare la risata in base allo stato d’animo non è che l’ultima delle teorie in proposito. Già qualche anno uno studio dell’università del Maryland sostiene che ridere fa bene a corpo e anima. Il professor Michael Miller, direttore del centro di Cardiologia Preventiva dell’ateneo americano, ha provato che sbellicarsi dalle risate per due ore davanti a un film comico ha lo stesso potenziale benefico di mezz’ora di ginnastica: provoca il rilascio di endorfine nel cervello che, oltre a generare un diffuso senso di benessere, migliora la circolazione e la respirazione, regolarizza pressione e battito cardiaco.

A fare tesoro di questo studio sono stati in tanti. Corinne Cosseron ha fondato dieci anni fa a Parigi la prima “Università della Risata”, l’École Française du Rire et du Bien-Òtre dove si imparano i segreti del buon vivere, grazie anche all’ausilio di collaboratori eccellenti, come lo psicanalista Boris Cyrulnik e la fumettista Marjane Satrapi. La scuola ha una sede anche a Lione: qui si tengono workshop di “Hasya Yoga”, lo Yoga della risata, ideato dal medico indiano Madan Kataria, che lavora sulla respirazione profonda, con esercizi di risata, vocalizzi e stretching. Ad Harvard, infine, uno dei corsi più gettonati è quello di “Psicologia Positiva” di Tal Ben-Shahar. Il giovane professore insegna ad affrontare stress e ansia con creatività, empatia e senso dell’umorismo.

Fonte: www.ansa.it

 

Per approfondire:

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Laura Pavesi

Laura Pavesi

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