La redenzione di una giovane criminale che riesce a cambiare vita dopo anni di brutalità in una gang guatemalteca, un’orsa grizzly filmata per dieci anni tra le Montagne Rocciose canadesi, la nazionale cinese di ciclismo vincitrice di ben sei ori alle Paraolimpiadi di Londra e una visione rarissima dell’America a colori di fine anni ’30: questi alcuni dei temi protagonisti del World Press Photo Multimedia Contest 2013, prestigioso concorso internazionale di giornalismo visuale, che anche quest’anno ha premiato il meglio della comunicazione multimediale “per incoraggiare sempre più elevati standard professionali e la produzione documentaria in tutti i suoi aspetti”, ha dichiarato Michiel Munneke, amministratore delegato della storica fondazione olandese.

Primo premio per ciascuna delle tre categorie in concorso – short video, feature e documentari interattivi per web o tablet – è stato conferito a “Into the Shadows”, teaser sui migranti africani in Sud Africa che vivono a Johannesburg, al corto “Too Young to Wed: Destaye”, storia di una sposa bambina in Etiopia ed al documentario web “Alma, a Tale of Violence”, che ripercorre l’esperienza di una donna membro di una pericolosa banda di Città del Guatemala che, dopo omicidi ed estorsioni, condannata a morte dai suoi compagni perché decisa a cambiare vita, è riuscita a sopravvivere e, grazie ad un programma di recupero per ex “mareros”, a trovare lavoro e a ricominciare a studiare.

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Fra le produzioni multimediali premiate, degne di nota il secondo e terzo premio della sezione documentari interattivi, andati rispettivamente a “Bear 71” e a “Lost and Found: Discover a Black and White Era in Full Color”. Il primo è una storia interattiva, raccontata dal punto di vista di una femmina di orso grizzly, che attraverso una mappa interattiva del Banff National Park di Alberta (Canada), ricostruisce vita e spostamenti della fauna selvatica colta da migliaia d’immagini catturate, nel corso degli ultimi dieci anni, da telecamere ambientali posizionate nei boschi della Bow Valley, uno dei pochi luoghi al mondo dove grizzly ed esseri umani vivono a più stretto contatto. L’altro è una visione originale della storia americana a colori del 1938, scoperta per caso in una scatola diretta alla spazzatura dallo storico Rich Remsberg negli anni ‘90, oggi custodita presso l’archivio dell’Indiana University. L’autore delle immagini è il dilettante Charles W. Cushman, pietra miliare della fotografia documentaria sociale e della street photography, uno dei primi a sperimentare una tecnologia rivoluzionaria per l’epoca, la pellicola a colori Kodachrome, un anno prima che fosse usata nel film il “Mago di Oz” (1939) o nella prima Esposizione mondiale di New York e il cui uso comune si diffuse solo dopo la II Guerra Mondiale.

Significativo pure il terzo premio della categoria Online feature, andato a “Dreams on Freewheels”, uno speciale sulla nazionale cinese disabili di ciclismo su pista, vincitrice di sei medaglie d’oro, quattro d’argento e cinque di bronzo alle Paraolimpiadi 2012 di Londra, che raccoglie le storie dei sette membri del team, ripercorrendo le fasi della loro ferrea preparazione sportiva al Cycling Center dell’Università di Gangzhou. La menzione d’onore è stata assegnata ad “UnknownSpring”, portale interattivo che tramite carte, video, interviste audio fornite dai sopravvissuti, ricostruisce la memoria della cittadina giapponese Yuriage distutta dallo tsunami del marzo 2011. Fra le iniziative lanciate dal portale, completamente auto-prodotto, una campagna di raccolta di strumenti musicali dismessi per i musicisti locali.

Previsto il prossimo 15 Febbraio l’annuncio dei 56 vincitori del World Press Photo 2013, che saranno premiati con quelli del contest multimediale il 27 Aprile ad Amsterdam, presso la sede della fondazione olandese. Nel corso della premiazione saranno presentati anche i risultati di un innovativo progetto di ricerca, sostenuto dalla Fotografen Federatie (Associazione olandese Photographers), per mappare la nascita e lo sviluppo globale nella narrazione visiva multimediale e del fotogiornalismo.

In foto: 1° Premio Documentario Interattivo – Alma a Tale of Violence Credit: Miquel Dewever-Plana

 

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