La Camera ha approvato all’unanimità la ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta nei confronti delle donne e la violenza domestica siglata a Istanbul nel maggio del 2011. Si tratta del primo strumento internazionale per la lotta alla violenza contro le donne. Il provvedimento, che deve ora passare sui banchi del Senato, ha preso il plauso di tutti, premier Letta compreso che l’ha definito “Una buona notizia”.

I Paesi che sottoscrivono la Convenzione “adottano le misure legislative e di altro tipo necessarie per promuovere e tutelare il diritto di tutti gli individui, e segnatamente delle donne, di vivere liberi dalla violenza, sia nella vita pubblica che privata”, e “condannano ogni forma di discriminazione e nei confronti delle donne”, adottando misure legislative e di altro tipo necessarie per prevenirla, inserendo in Costituzione e negli altri ordinamenti il principio della parità tra i sessi, garantendo “l’effettiva applicazione del principio”, vietando la discriminazione nei confronti delle donne (prevedendo sanzioni), abrogando le leggi e le pratiche che discriminano le donne.
Gli Stati firmatari si impegnano a varare misure legislative destinate a “prevenire, indagare, punire i responsabili e risarcire le vittime di atti di violenza commessi da soggetti non statali che rientrano nel campo di applicazione” della Convenzione. Un obbligo che, ovviamente, riguarda anche le stesse amministrazioni statali. Le Nazioni che sottoscrivono il Trattato si impegnano inoltre a promuovere ed attuare “politiche efficaci volte a favorire la parità tra le donne e gli uomini e l’emancipazione e l’autodeterminazione delle donne”.

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