Cultura & Tempo Libero

Arte sacra contemporanea

di 3 Marzo 2009No Comments

Presso la storica sede della Biblioteca Umanistica dell’Incoronata di Milano, dal 4 al 22 marzo 2009, si potranno ammirare in anteprima le formelle realizzate dagli scultori contemporanei Carmelo Lizzio e Alfonso Silba. Le opere andranno a comporre i due nuovi portali della chiesa di San Giacomo Maggiore a Orosei, una realizzazione fra le più significative e suggestive dell’arte sacra contemporanea. I portali saranno inaugurati il 25 luglio prossimo, in occasione della Festa di San Giacomo.
Il Comune di Orosei e il Centro studi “G. Guiso”, che insieme alla parrocchia di San Giacomo organizzano l’evento, hanno scelto per l’occasione una sede di alto rilievo culturale in una città come Milano che guarda sempre più all’Europa, al fine di dar risalto internazionale al patrimonio d’arte religiosa di cui sono ricche Orosei e la bassa Baronia.

Nei due portali bronzei di Orosei, gli artisti Carmelo Lizzio e Alfonso Silba hanno saputo tessere un racconto ispirato che celebra il sensus fidei e il genius loci della Chiesa locale, in una sintesi d’arte, religiosità e bellezza al servizio della devozione.
Oltre alle opere dei due artisti viene presentata in anteprima una monografia sulla chiesa parrocchiale oroseina, edita dal Centro Studi G. Guiso, con testi critici dello storico Michele Carta e di Domenico Montalto che ha curato le schede dei due portali.
Il documento, oltre alla storia della chiesa e ai tesori artistici che conserva, ricorda le altre chiese dedicate all’Apostolo “Matamoros” esistenti o esistite nella provincia di Nuoro.

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Centrato sui grandi fatti evangelici e sui misteri cristologici della Salvezza è il portale della chiesa eseguito da Carmelo Lizzio.
Il suo lavoro dà rilievo e luce – grazie anche alla tonalità calda della patinatura bronzea, in parte dorata – agli episodi sinottici e cardinali della cronaca neotestamentaria: la Crocifissione (che assume il ruolo di immagine centrale, di focus visuale e simbolico della composizione) e quindi, secondo la cronologia della vita di Gesù, l’Ultima Cena, la Deposizione, la Resurrezione, la discesa dello Spirito Santo.
Una logica narrativa stringente, essenziale, assecondata da un linguaggio scultoreo potente, nutrito della somma scuola plastica italiana che da Donatello arriva fino al Novecento di Messina.
Nel suo modellare armonioso ma sempre icastico, mai ridondante, Lizzio sublima le risorse del lungo e consumato mestiere esprimendosi con disinvoltura, anche in proporzioni eccezionali, come dimostrano gli 8 metri dell’Arcangelo recentemente posto sulla cupola dell’Ospedale San Raffaele a Milano.
Dolce e insieme solenne, la porta di Lizzio è un libro aperto che ci richiama agli snodi irrevocabili della redenzione, provocando la coscienza e suscitando la preghiera.

Il portale centrale che dà sulla facciata scenografica della chiesa, opera di Alfonso Silba, si snoda come un vero e proprio “racconto” celebrativo, come il film della vita dell’Apostolo patrono della parrocchia e della comunità di Orosei. La narrazione appare fluida, corsiva, “popolare”, offerta con semplicità e immediatezza alla comprensione del fedele.
La storia si dipana, o meglio, s’irradia dall’immagine centrale del Santo, raffigurato secondo gli attributi propri di un’iconografia plurisecolare (in veste di pio viandante, con conchiglia e bordone). Vi si illustrano le pagine salienti della leggenda jacobea: l’arrivo del Santo in Galizia su una barca, le sue sante imprese e soprattutto quella più legata alla vicenda religiosa, alla memoria collettiva delle genti del Golfo di Orosei, episodio che conferma San Giacomo nelle sue vesti di Matamoros: ovvero l’epico scontro del 1806 fra i predoni musulmani e gli abitanti di Orosei, vincitori della battaglia.
Silba ci mostra che la battaglia avviene sotto l’egida protettrice di San Giacomo, e il tutto è siglato da un’epigrafe in latino: “S. Jacobe huius opidis/ Orosei specialis patrone/ ora pro nobis”. Ogni singolo evento è racchiuso in una cornice dorata.
Il modellato si mostra vivido, mosso, aggraziato, gentile, in un codice figurativo autenticamente sentito. La patina verde-azzurra conferisce all’insieme un clima da fiaba.

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Chiara Cinelli

Chiara Cinelli

Ho collaborato con BuoneNotizie.it per due anni e ho così potuto presentare la domanda di iscrizione all'albo. Grazie alle competenze acquisite nel laboratorio di giornalismo, mi sono messa in proprio e oggi mi occupo di ufficio stampa nel settore della salute e dell'arte.

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