Le 20 nuove denominazioni italiane registrate nel 2011 portano il comparto agroalimentare italiano sulla vetta d’Europa. Con 85.000 aziende che compongono il settore e con un fatturato al consumo di quasi 10 miliardi di euro (di cui 7,4 nel solo mercato nazionale), il “Made in Italy” agroalimentare si conferma leader mondiale della produzione certificata.

Sono 239 i prodotti iscritti e certificati nel registro UE, di cui 149 D.O.P., 88 I.G.P., 2 S.T.G. I dati,  aggiornati al 31 dicembre 2011,  sono stati resi noti  in occasione della presentazione del Rapporto Ismea-Qualivita 2011 presso il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali alla presenza del Ministro Mario Catania. C’è di che star allegri, secondo Arturo Semerari – Presidente di Ismea – che ha dichiarato:“Anche il 2011 seppure nei dati ancora preliminari elaborati dall’Ismea –  conferma l’andamento positivo per i prodotti agricoli e alimentari di qualità italiani, sia con riferimento alle esportazioni che ai consumi interni.”

Finalmente, la produzione certificata di DOP e IGP ha ripreso a crescere, registrando nel 2010 un incremento di oltre il 20% su base annua dopo l’aumento costante registrato tra il 2004 e il 2007 e dopo la flessione del periodo 2008-2009. A trainare il comparto agroalimentare italiano sono le produzioni di ortofrutta e cereali, che hanno registrato incrementi pari al 46,4% – in particolare le mele, e (a gran sorpresa) l’Aceto Balsamico di Modena, che hanno quintuplicato i quantitativi certificati.

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Ed è proprio l’Aceto Balsamico di Modena che sale sul podio delle “promettenti denominazioni”. Entrato di prepotenza nella top-ten per fatturato all’origine, nel solo 2010 ha acquisito ben 3 punti percentuale sulla produzione totale.

Davvero un ottimo risultato, anche se le eccellenze della produzione italiana, cioè i prodotti certificati trainanti l’intero settore, restano il Grana Padano DOP, il Parmigiano Reggiano DOP, il prosciutto di Parma e la Mozzarella di Bufala Campana DOP.

“Il quadro complessivo della qualità italiana ci porta un po’ di ottimismo; i dati produttivi e le 20 nuove denominazioni italiane registrate nel 2011, che coinvolgono oltre 7.000 potenziali nuove aziende nella certificazione di prodotto, sono un segnale di vitalità per l’agricoltura e in generale per tutta l’economia”, ha commentato Mauro Rosati, Segretario Generale della Fondazione Qualivita.

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Valentina Marchioni

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