Presentato da Legambiente il Rapporto “Costruire il futuro-Innovazione e sostenibilità nel settore edilizio”, secondo il quale la sola riqualificazione energetica e messa in sicurezza del patrimonio edilizio già esistente in Italia (sia pubblico, che privato), può generare 600.000 nuovi posti di lavoro. Si darebbe nuovo impulso al settore edilizio, frenando al tempo stesso le nuove cementificazioni.

Un patrimonio edilizio, quello italiano, altamente “energivoro”: oltre 2 milioni di abitazioni che risultano vuote; 6 milioni di italiani che vivono in zone ad alto rischio idrogeologico e 3 milioni che abitano in zone ad alto rischio sismico. Un potenziale “mercato”, quindi, per la riqualificazione e la messa in sicurezza che può valere oltre 600.000 nuovi posti di lavoro entro i prossimi 10 anni.

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Sono questi alcuni dei dati contenuti nel primo Rapporto congiunto Legambiente-Fillea Cgil su Innovazione e sostenibilità nel settore edilizio “Costruire il futuro“, presentato in questi giorni al Salone internazionale dell’edilizia (SAIE) di Bologna.

Il documento analizza la situazione dell’edilizia sul territorio italiano e gli strumenti che – in molti casi – Regioni, Province e Comuni, hanno messo in campo per introdurre nuovi criteri energetici e ambientali, andando spesso anche oltre la normativa in vigore.

E svela la necessità di istituire “una regia nazionale che dia certezze alla prospettiva dell’innovazione energetica in edilizia” e di fissare, accanto al miglioramento delle prestazioni previsto dalla Direttive europee, un “obbligo minimo di Classe A per tutti i nuovi interventi“.

Ma anche azioni che riguardano il patrimonio pubblico e, soprattutto, provvedimenti per “dare finalmente certezze sugli incentivi” rendendo “permanenti le detrazioni fiscali del 55% per gli interventi di efficienza energetica” e introducendo “un nuovo incentivo per promuovere il retrofitting e la messa in sicurezza di interi edifici”: non si può parlare di edilizia sostenibile senza stabilizzare il credito di imposta del 55% per il risparmio energetico, agevolazione che ha già attivato oltre 1.400.000 interventi, per circa 17 miliardi di euro di investimenti, e ha creato oltre 50 mila posti di lavoro all’anno nei settori coinvolti.

“In questi anni in Italia sono spariti 500.000 posti di lavoro nell’intero settore delle costruzioni, la metà direttamente nel comparto dell’edilizia”, ha detto Walter Schiavella, segretario generale Fillea Cgil, “una ecatombe figlia della tempesta perfetta scatenata dall’insieme di due fattori di crisi: uno congiunturale scatenato dalla bolla immobiliare del 2008, ed uno strutturale, cioè la crisi di un modello industriale vecchio ed obsoleto”.

Ma “oggi possiamo uscire da questa drammatica situazione”, ha aggiunto il presidente di Legambiente, Pier Vittorio Cogliati Dezza, puntando sull’innovazione e la messa in sicurezza degli edifici. Se consideriamo che il 60% degli edifici a prevalente uso residenziale è stato realizzato prima dell’introduzione della Legge antisismica (1974), si comprende la dimensione del rischio che si corre e dove si deve prioritariamente intervenire, creando così tanti nuovi posti di lavoro, qualificati e duraturi”.

Fonte:  IlSole24Ore

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  • Pier Luigi Caffese ha detto:

    Come cifre jobs non siamo distanti perchè il mio piano depositato al MISE,Cipe,Miniambiente ed EU-27 prevede:
    -720.000 posti in 5 anni
    -3.600.000 posti in 20 anni per sviluppo filiera BIOH
    Perchè questi posti ?
    Perchè non solo c’è l’energia ibrida dell’hydro modulare 220.000 posti ma ci sono 500.000 posti in agricoltura.
    Perchè tanti in agribusiness?
    Perchè avendo piu’ acqua in rete,anche desalinizzandola,ho molta piu’ biomassa,pesci ed alghe da allevamenti, perchè ho alghe e piante marine per mangimi ed O2 per allevamenti lagunari.Poi posso produrre concimi azotati non da vecchia chimica metano, ma da rinnovabili come vento ed acqua,insieme ai biofuels-HTSE e BIOH htse
    Cosa chiede al Governo? Un mix 50% fossile-50% RE,oggi è 90% fossile:poi chiedo di importare la metaà del gas che oggi è 44% per portarla a 22% e sostituirlo con syngas fattto da rinnovabili italiane.