Gli smartphone fanno ormai talmente parte della nostra quotidianità che rinunciarvi sarebbe quasi impensabile. Per poterne sfruttare tutte le potenzialità senza sborsare somme folli di denaro, è però opportuno attivare un abbonamento presso uno degli operatori di telefonia mobile operanti in Italia. Tutto ciò che dovremo fare è semplicemente porre i prodotti Vodafone a confronto con quelli Tim, Wind, ecc., così da individuare quale sia la soluzione più vantaggiosa in base alle nostre esigenze.

Buone notizie per gli appassionati di hi-tech e dispositivi elettronici. Non ci sarà il tanto temuto aumento della tassa Siae su smartphone e tablet, sempre più diffusi fra i consumatori che possono acquistarli e pagarli a rate con le offerte di Vodafone, Tim e delle altre compagnie di telefonia mobile. L’equo compenso, ovvero l’adeguamento delle tariffe Siae per il diritto di autore, non subirà modifiche, almeno per ora e le aziende di hi-tech possono tirare un sospiro di sollievo.

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Anche in Italia, infatti, la diffusione dei prodotti Samsung o Apple è un fatto ormai assodato e i punti vendita degli store e delle grandi distribuzioni sono costantemente affollati per gli acquisti dei dispositivi di ultima generazione. L’aumento dell’equo compenso Siae aveva quindi destato allarme fra i produttori del settore, che temevano un contraccolpo negativo sulle vendite. Per fortuna la reazione del ministro Bray ha fugato ogni dubbio.

“Non è prevista nessuna tassa su smartphone e tablet e le ipotetiche tariffe pubblicate in merito agli aumenti di costo sono infondate – ha tenuto a sottolineare il ministero in una nota – Il ministro Massimo Bray sta lavorando a una soluzione condivisa, nel rispetto e nella difesa del valore del diritto d’autore, ascoltando tutte le categorie interessate per raggiungere una decisione equilibrata nell’interesse degli autori, dei produttori di smartphone e tablet e, soprattutto, dei cittadini fruitori degli stessi”.

Ma quali sono questi aumenti di tariffe proposti dalla Siae? In percentuale i rialzi raggiungevano, nell’ipotesi, il 500% con 5,2 euro per pezzo su smartphone e tablet, 5 euro per Smart tv, 6 euro per i computer con o senza masterizzatore incorporato e qualche decina di centesimi per Dvd e memorie trasferibili. La tassa, in pratica, ricadrebbe su tutti quei dispositivi in grado di effettuare copie di contenuti protetti dal diritto d’autore, di cui la Siae è responsabile.

Gli aumenti quindi sono stati scongiurati da una nota ufficiale del ministero e, a proposito, è intervenuta anche Confindustria Cultura Italia. Secondo l’ente rappresentante dell’industria culturale, degli editori e degli autori di questo Paese la notizia dell’aumento delle tasse è infondata e “le cifre che circolano sui mezzi di informazione non corrispondono al vero e servono soltanto a creare disinformazione e inutili polemiche tra gli operatori”.

Come anticipato, comunque, il dibattito sull’equo compenso è ancora in corso e le varie parti è bene che si confrontino per trovare una soluzione condivisa. È un dato di fatto che il mondo della tecnologia è evoluto fortemente negli ultimi anni portando sul mercato numerosi dispositivi di copia digitale di contenuti protetti dal diritto d’autore. Tuttavia, se in futuro dovesse esserci un aumento di tariffe, questo dovrà essere adeguato ed equilibrato.

I consumatori quindi possono essere contenti della decisione presa che manterrà invariati i prezzi per un 2014 che si attende all’insegna dell’ennesimo boom per i dispositivi elettronici. Le stime di acquisto di smartphone e tablet, infatti, sono equivalenti rispettivamente a 16 e 8 milioni di pezzi, più 10 milioni fra computer, notebook e Smart tv.

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Linda Iulianella

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