Decidere di acquistare casa è una scelta su cui molte famiglie investono parecchio tempo: l’entità della spesa elevata e i rischi di insolvenza sono dietro l’angolo soprattutto in tempi così duri per i nostri risparmi. Così, oltre a confrontare le varie proposte presenti sul mercato è bene anche informarsi circa le varie tipologie di mutuo esistenti. Per chi puntasse a massimizzare il risparmio e avesse dimestichezza con il pc, documentarsi sui mutui online potrebbe rivelarsi un’ottima soluzione, mentre per chi preferisse la sicurezza data da una persona fisica in una filiale quelli tradizionali sarebbero sicuramente più adatti.

Tutto questo processo di confronto a volte non basta e molte famiglie sono costrette a pagare a caro prezzo il debito contratto con la banca: un problema di cui parliamo oggi, ma che, trattandosi di un luogo di notizie felici, troviamo già parzialmente risolto. Lo scorso anno, a maggio, comincia a operare il Fondo di solidarietà per l’acquisto della prima casa, un progetto nato dalla collaborazione dell’Associazione bancaria italiana (Abi) con le associazioni dei consumatori e che consente alle famiglie in difficoltà che hanno acceso un mutuo per l’acquisto della prima casa di sospendere il pagamento delle rate fino a un massimo di 18 mesi: il Fondo provvede infatti al rimborso degli oneri finanziari alle banche coinvolte, per somme pari alla quota interessi delle rate di mutuo oggetto di sospensione.

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A farne domanda possono appunto essere persone che hanno acceso un mutuo per la prima casa e che hanno perso il lavoro, hanno subito un’invalidità o un handicap fisico o nel caso in cui uno dei mutuanti sia morto: situazioni molto delicate e a cui si cerca così di dare una mano. Il focus dell’Abi sull’azione del Fondo di solidarietà rende noto che dal 2009 a marzo 2013 ne hanno potuto beneficiare ben 9871 contraenti solo in Toscana, garantendo “una liquidità in più per le famiglie colpite dalla crisi pari a 76,6 milioni di euro, circa il 10,3% dell’ammontare complessivo sospeso”.

In Italia ovviamente i dati crescono esponenzialmente: dalla moratoria dell’Abi nel 2010 sono quasi 100mila le famiglie che hanno potuto sospendere il pagamento delle rate del mutuo, per un debito residuo complessivo pari a 690 milioni di euro. Per quanto riguarda ancora la Toscana, l’Abi spiega che sono state 508 le famiglie che hanno potuto sospendere il pagamento per 18 mesi (per 54,5 milioni di euro di debito residuo). Dati che raffrontiamo con quelli nazionali, che vedono la quota di beneficiari salire fino a 10.350 per un valore pari a 988,5 milioni di euro di debito residuo.

Guardando poi all’opportunità di sospendere i mutui alle imprese, altro tasto dolente del problema crisi, l’Abi osserva che dall’avvio nel febbraio 2012 delle Nuove misure per il credito alle Pmi, sempre in Toscana si sono potuti sospendere quasi 9mila finanziamenti per 498,5 milioni di euro a fronte di 20.934 domande presentate.

In questo senso l’accordo per il credito 2013 ha consentito di dare udienza a 515 domande, pari a un ammontare di 23,5 milioni di euro. Ancora, L’Abi sposta lo sguardo su tutto il territorio italiano, notificando che le banche hanno potuto interrompere il piano di ammortamento di “114.000 finanziamenti (che si aggiungono ai 260.000 dell’Avviso comune scaduto il 31 luglio 2011), pari a 34,9 miliardi di debito residuo (in aggiunta ai 70 miliardi dell’Avviso comune) con una liquidità liberata di 5,4 miliardi. Oltre ai 15 miliardi di euro con l’Avviso comune”.

Grazie a questi interventi, la vita dei consumatori italiani dovrebbe risultarne notevolmente semplificata ed anche le giovani coppie potranno finalmente accendere un mutuo per coronare il proprio sogno di mettere su casa. Certo, un mutuo non è comunque qualcosa da sottovalutare, ma, dal momento che è un passo obbligato per poter procedere all’acquisto di una casa, trovare meno difficoltà nell’accenderlo è già una buona notizia.

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Linda Iulianella

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