È giovane, ha grinta da vendere, ha coltivato uno sguardo decisamente internazionale e al tempo stesso ci tiene alle sue radici: Onela Joni – 27 anni, fashion designer – rappresenta un identikit fedele di quello che è attualmente il mondo della moda in Sudafrica. Ne abbiamo parlato con lei nel corso di una sfilata che si è recentemente tenuta a Milano.

Nel capoluogo meneghino, peraltro, Onela è di casa: è qui che ha studiato e l’ambiente milanese rimane per lei un importante punto di riferimento professionale. Un terreno fertile da cui Onela ha ricavato linfa e suggestioni, declinando poi il tutto in modo assolutamente personale, alchemico.

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“Qual è la situazione della moda in Sudafrica? Bè, siamo appena agli inizi” racconta “A Johannesburg e a Città del Capo, per esempio, le grandi sfilate non mancano così come non manca la settimana della moda, ma si tratta di un mondo che sta iniziando a crescere e a fiorire solo ora. Si tratta di un universo ricco, in piena esplosione, ma in modo molto diverso da qui.” Un mondo giovane, quindi, proprio come lei.

A Milano Onela ha partecipato allo sviluppo di “Touch of African Designers”, una start up creata in sinergia con un sarto egiziano e caratterizzata da una capacità di declinare il concetto di tradizione in termini moderni e internazionali. È proprio questo, in fondo, il felice ossimoro che Onela ha deciso di continuare a sviluppare con la coscienza di ciò che questo significa oggi per il Sudafrica, tanto in termini sociali quanto dal punto di vista identitario.

Mi sono resa conto di quanto le grandi compagnie guardino ai nostri colori, ai nostri materiali traslando alcuni elementi caratteristici delle nostre radici in chiave moderna e sì, credo che sia importantissimo  per i giovani, in Sudafrica guardare alla propria cultura, alla propria tradizione in questa prospettiva: cioè come a qualcosa di moderno, alla moda. Molti giovani attualmente stanno perdendo le proprie radici, ma se inizi a vedere come moderna la tua tradizione, allora finisci per ritrovare connessioni importanti, tornando alle tue radici.” È anche in questo senso che va letta la sua scelta di aderire alla realtà in cui è nata e cresciuta impostando il proprio percorso e la propria produzione secondo una precisa visione. Partendo cioè alla strada, il che – soprattutto in Sudafrica – significa moltissimo.

Il mio punto di partenza sono stati i giovani, ciò che indossano tutti i giorni: magliette, giacche… Spesso quando parliamo di moda pensiamo automaticamente all’alta moda. La mia idea è ribaltare questo concetto e declinare il significato del termine in ciò che indossiamo tutti i giorni.” spiega Onela. In questa chiave di lettura la moda si trasforma in trampolino di lancio per iniziare non solo a sognare ma anche a costruire il futuro di un paese e di un’intera generazione. E quando chiedo a Onela come lo vede, il suo futuro, lei mi risponde sorridendo, senza fare distinzioni tra il suo futuro personale e quello del suo paese: “Per quanto mi riguarda vorrei vedere in Sudafrica compagnie grandi come quelle che ci sono qui a Milano, in modo che contribuiscano allo sviluppo della nostra economia, creando anche lavoro.

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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