Sarà anche un cliché, ma quando si parla dell’Italia viene spontaneo fare riferimento ad alcuni settori: all’arte, alla cucina ma anche al mercato del lusso, quello – giusto per capirci – che è riuscito miracolosamente a “tenere botta” anche in tempi di crisi. Il perché richiederebbe una risposta ampia, in cui giocano elementi diversi che riguardano la tenuta economica degli acquirenti ma anche altri fattori: la scelta, cioè, di quella “via della qualità” che rimane un tratto distintivo dell’industria italiana di valore. Un modus operandi che peraltro è la scelta (vincente) che in tempo di crisi hanno fatto molte aziende di settori diversi: un fattore identificativo “italianissimo” che ha evitato a molte piccole medie imprese di cadere nella trappola del “prezzo più basso”.

All’interno di questo contesto, la moda gioca un ruolo di primo piano tanto che viene spontaneo porsi qualche domanda. Qual è il ruolo giocato dal settore nell’ambito dell’economia italiana? Come è cambiato e come sta cambiando il mondo della moda? Una  ricerca di R&S Mediobanca ha recentemente sottolineato la vitalità del settore moda, i cui introiti equivalgono al 4% del Pil italiano. Quella che emerge dai dati non è pura e semplice resistenza ma resilienza nel vero senso del termine: in anni in cui l’ambito manifatturiero ha registrato bilanci in rosso, l’industria della moda ha continuato a crescere,(+17,3% nel quinquennio considerato dalla ricerca), complice anche un livello di marginalità maggiore rispetto ad altre nicchie di mercato. C’è di più, a quanto si evince dallo studio, le aziende del settore hanno anche continuato ad assumere, con un incremento del personale di circa il 21%.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Ciò che è certo è che il mondo della moda ha dimostrato di sapersi innovare. Prendiamo Luisa Via Roma, per esempio: una casa di moda storica. Negli anni Venti, Luisa Jaquin apriva a Parigi una boutique in cui vendeva cappelli. Ci pensò suo marito – Lido Panconesi – ad allargare il tiro trasferendo la nuova casa di moda a Firenze. Attualmente, Luisa Via Roma sta battendo diverse strade al passo con i tempi: sperimentando la formula del pop up store a New York, trasformando la boutique fiorentina in una casa con tanto di stanza da letto, cucina e salotto e cavalcando la formula dell’ ecommerce.

L’online, oggi, tanto per la moda quanto per altri settori rappresenta una modalità di vendita in crescita. Recentemente una ricerca Istat ha evidenziato una riduzione della vendita al dettaglio e un parallelo incremento dell’ecommerce. Questo per quanta riguarda il commercio in generale. Più nello specifico, in merito al settore moda, l’ultimo osservatorio ecommerce b2c del Politecnico di Milano ha registrato un incremento delle vendite online che gravita intorno al 28%. Insomma, l’ecommerce va forte come dimostra l’ampia vetrina offerta da Balenciaga donna. Anche in questo senso si tratta (guarda caso!) di un brand nato negli anni Venti e caratterizzato da un’evidente vitalità. Insomma, la strategia del direct-to-consumer – con la sua conseguenza diretta, la semplificazione della filiera distributiva – funziona. Ecommerce multimarca, v-commerce (dove la distribuzione al cliente finale parte dal brand stesso), nuove soluzioni… la vitalità del settore moda procede a passo serrato attraverso soluzioni di tipo diverso dove tradizione e innovazione vanno a braccetto.

Condividi su:
Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici