PayPal diventa maggiorenne. Una soglia, la maggiore età, che la società made in USA ha festeggiato in anticipo, nel 2015, tagliando il cordone ombelicale che la legava a eBay. Sembra strano, sono passati 18 anni dall’anno di nascita di quello che ancora oggi si distingue come uno dei più innovativi sistemi di pagamento. Non era scontato che – a distanza di quasi un ventennio – la diffusione di PayPal fosse così capillare ed estesa. Di fuochi d’artificio, nel mondo dell’innovazione, se ne vedono ogni giorno e spesso non è facile distinguere una trovata geniale dalla pura e semplice aria fritta. Ciò che fa la differenza, è il tempo: l’unica cosa che può realmente testare la validità di un’idea innovativa. Ecco perché vale la pena di fare un salto nel passato (prossimo), monitorare i primi passi di PayPal e partendo da questo esempio, vedere quanto si è voluto il mondo delle transazioni online negli ultimi 20 anni.

Correva il lontano ’98 quando Peter Thiel e Max Levchin fondarono PayPal. L’idea di base? Creare un metodo attraverso cui fosse possibile effettuare transazioni senza dover condividere i dati della propria carta con il destinatario del pagamento. In un momento in cui iniziava a lievitare il sistema dei pagamenti online, l’idea era geniale perché mirava direttamente a quello che da subito si configurava come il tallone d’Achille delle transazioni online: la truffa. Lo sa bene chi è stato vittima di una delle più diffuse frodi informatiche: ilphishing, un sistema che negli anni ha mietuto parecchie vittime. Nell’ambito di questo quadro, il metodo PayPal ha spopolato proprio perché creava le condizioni per consentire agli utenti di stare tranquilli.

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Così, negli anni PayPal è cresciuta, continuando a monitorare la sicurezza delle transazioni, espandendosi oltre i confini degli USA, raggiungendo i commercianti di 203 mercati del mondo,  consentendo ai propri utenti di accettare pagamenti in 100 valute, trasferire fondi sul proprio conto bancario in 57 valute e gestire il saldo del conto PayPal in 26 valute. Con l’aggiunta di un team che garantisce ai clienti assistenza in 20 lingue diverse 24 ore su 24. Mica pizza e fichi.

Non stupisce quindi che la società abbia ampliato in modo così ipertrofico il suo mercato. Ne sanno qualcosa anche gli enti di beneficienza e le organizzazioni umanitarie, che – proprio grazie all’agilità e alla credibilità di un sistema che facilita le operazioni abbreviando i tempi – hanno visto crescere le donazioni, maturando un fatturato che nel 2014 ha raggiunto somme senza precedenti.

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