Si chiama Alessandro Bordini e vive in provincia di Verona. Oggi ha 28 anni e quattro anni fa – a causa di un grave incidente di paracadutismo – ha perso la vista. Ma non si è perso d’animo: ha ricominciato da capo, acquisendo conoscenze e abilità completamente nuove, ed ha cominciato a sua volta ad aiutare gli altri.

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Ad un anno circa dall’incidente, Alessandro ha cominciato a frequentare un’associazione locale no profit chiamata “Gabbia-no ONLUS”, il cui obiettivo è quello creare opportunità concrete di indipendenza per i disabili e dare loro la possibilità di sperimentare, vivere, ricercare e creare nuove occasioni di autonomia nella loro sfera sociale.

Lavorando presso l’associazione, Alessandro ha maturato l’idea di organizzare un giro del mondo da solo, con il solo aiuto del bastone bianco e dell’IPhone, confidando esclusivamente sulla generosità e solidarietà della gente. E così, circa quattro mesi fa Alessandro è partito ed ha già attraversato una ventina di paesi, tra cui – oltre all’Italia – anche Francia, Spagna, Marocco, Senegal, Sierra Leone, Costa d’Avorio, Congo, Sudafrica, Mozambico, Zimbabwe, Burundi.

Il viaggio durerà un anno e mezzo circa e il rientro in Italia è previsto a settembre 2014 – non oltre perché Alessandro ha lasciato a casa il suo cane, Lucky, un labrador di 12 anni dal quale non si è mai separato prima d’ora. Nel frattempo sta viaggiando per il mondo a piedi o con i mezzi pubblici: taxi collettivi, bus, treno, nave e – ma solo quando non può farne a meno – in aereo. Il suo viaggio può essere seguito, giorno per giorno, sul sito “Light the planet” (“Illuminiamo il pianeta”) e su twitter @ale_lightplanet.

Ma perché Alessandro ha chiamato il suo sogno “Light the planet”? Perché “oggigiorno, in Italia, come credo nel resto del mondo, c’è un clima di crisi, declino morale e di sfiducia tra le persone. Io credo nell’umanità, nella sua forza e nella sua bontà. Ma credo che anche sia facile perdere il vero significato di ciò che è giusto e della direzione giusta da prendere. Ciò che intendo fare è imboccare “fisicamente” questa via in direzione della luce, una lunga strada che passerà attraverso tutti i continenti e che circonderà la terra come un cerchio di energia”.

Obiettivo del progetto è proprio quello di dimostrare, attraversando almeno 100 paesi, che il genere umano è fondamentalmente altruista e naturalmente propenso ad aiutare gli altri. Quando arriva in una nuova nazione o città, Alessandro parla con la gente che incontra, in inglese o utilizzando qualche parola in altre lingue che conosce, e riceve quasi sempre ospitalità gratuita o, tutt’al più, trova alloggio in alberghi molto economici.“Voglio fare un giro del mondo”, spiega sul sito, “sostenuto dalle persone che incontrerò lungo il viaggio. E tutto il denaro rimanente, sarà devoluto alle persone più bisognose incontrerò man mano lungo il mio cammino”.

“Dopo l’incidente in paracadute”, ha raccontato Alessandro alla stampa, “sono rimasto in coma per due settimane. Poi mi hanno somministrato morfina per mesi, per non sentire il dolore, me la sono vista brutta. Quindi, il fatto di aver “solo” – si fa per dire – perso la vista, è stato qualcosa che ho accettato abbastanza bene. Appena sono stato in grado di muovermi ho ricominciato a fare sport, in particolare sci, snowboard e arrampicata, e poi mi è venuta l’idea del progetto ”Light the Planet”. Mi ci è voluto un anno per organizzare il tutto”.

Ma ne è valsa la pena, perché il progetto “Light the planet” sta andando a gonfie vele e sta dimostrando che la sua opinione sull’umanità è corretta:“La parte più importante del viaggio sono gli incontri che faccio, ovunque, dalle città che visito ai mezzi di trasporto. La generosità della gente è incredibile, senza di essa questa splendida avventura non sarebbe possibile”.

“Aiutandomi, farete il giro del mondo con me e vedrete luoghi che io non sarò in grado di vedere, ma che vedrò attraverso la voce della gente, la mia voce e le mie parole. E attraverso immagini e video che girerò durante il mio viaggio, giorno per giorno”.

E conclude: “Volete aiutarmi? Volete aiutare una persona non vedente a fare viaggio intorno al mondo da sola? Volete accompagnarmi? Sono sicuro che direte di sì e sono sicuro che saremo in tanti!” A proposito, volete sapere dove si trova adesso Alessandro? In Ruanda.

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