E’ vivo, ma per un soffio. E’ vivo anche per un miracolo, ma un miracolo compiuto da un’eccellente equipe di medici dell’ospedale San Bortolo (Vicenza).  Il team del professor Claudio Ronco (in foto), primario di Nefrologia dell’ospedale, ha inserito un minuscolo ago in una vena del corpicino del piccolo, nato con insufficienza respiratoria, e l’ha collegato al Carpe Diem, il macchinario per la dialisi dei neonati inventato proprio al San Bortolo due anni fa.

Per la prima volta Carpe Diem ha salvato la vita di un bambino che, senza questa invenzione concepita dal centro di ricerche sul rene guidato da Ronco e realizzata dalla ditta Bellco di Mirandola, non ce l’avrebbe fatta.

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Il piccolo paziente, nato al San Bortolo, aveva dato da subito segni di insufficienza respiratoria e il suo quadro clinico era davvero preoccupante. I medici provano di tutto: l’unica soluzione era rifornirlo di sangue sano e mantenerlo pulito in attesa che i reni si riprendessero. Vengono praticate 22 trasfusioni in 36 ore, poi il neonato viene collegato al Carpe Diem. La macchina per tre settimane  stata attaccata al bimbo, mentre i medici 24 ore su 24 stavano vicino alla sua culla per interventi e controlli. Alla fine il miracolo: il fegato si normalizza e i reni ricominciano a lavorare. Ora il bimbo respira autonomamente.

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