Emmanuel Bishop è un ragazzo statunitense di quasi 17 anni di cui sentirete parlare in futuro. E’ dotato di un innato talento per la musica, è considerato un virtuoso del violino e si è già esibito in numerosi concerti con orchestre sinfoniche di tutto il mondo. Parla inglese e spagnolo, ma pare che se la cavi bene anche con francese e latino, ed è un grande sportivo (golf, nuoto e ciclismo).

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Emmanuel è affetto da sindrome di Down, ma ciò non gli ha impedito di raggiungere tutti i suoi obiettivi: oggi viene considerato un esempio da seguire e, sempre più spesso, è ospite di conferenze internazionali durante le quali parla della sua incredibile storia, che sta facendo il giro del mondo sui social network.

Emmanuel è originario di Alton, cittadina dell’Illinois (USA) e, come racconta lui stesso in pubblico, fin da piccolo è stato spronato dai genitori a dare il meglio di sé e a non dubitare mai delle proprie capacità. E’ stato educato a casa dalla madre ed è sempre stato un bambino precoce: a ha imparato a leggere a 2 anni e a 3 anni sapeva leggere anche le parole in francese.A 6 anni ha letto il suo primo discorso in ben tre lingue presso l’Associazione Nazionale Sindrome di Down ed ha cominciato a suonare il violino, la sua più grande passione.

A 12 anni ha suonato in un récital in Irlanda e a 13 anni con un’orchestra sinfonica in Turchia, in occasione delle Giornate Mondiali della Sindrome di Down e di congressi internazionali su questo tema. Ma non è tutto: a 8 anni ha anche partecipato e vinto medaglie alle Paralimpiadi statunitensi e, ancora oggi, pratica i suoi sport preferiti: nuoto, golf e ciclismo.

A livello internazionale, la sua testimonianza è molto richiesta perché è uno stimolo e un impulso tutti i bambini con sindrome di Down e le loro famiglie: oggi Emmanuel sta girando il mondo per far conoscere la sua esperienza positiva e far comprendere alle famiglie come l’alfabetizzazione precoce svolga un ruolo fondamentale nella formazione dei bambini affetti da Trisomia 21.

Il suo più grande obiettivo è quello di aiutare i bambini affetti da sindrome di Down ad esprimere al meglio tutte le loro capacità e potenzialità” e dimostrare alle loro famiglie che una vita felice non è incompatibile con la disabilità. Durante le conferenze, Emmanuel risponde alle domande sulla sua vita e a tutti i dubbi sulla disabilità ed è solito ripetere chenon bisogna aspettarsi il minimo dai disabili, anzi bisogna chiedere loro il massimo”.

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