Giulia, rimasta senza lavoro – nonostante la laurea – a causa della crisi, non si è persa d’animo: ha colto l’occasione per trasformare una situazione negativa a proprio vantaggio e il suo hobby preferito è diventato la sua attività professionale. A tempo pieno.

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Lei si chiama Giulia Toldo (nella foto sotto), ha 26 anni e vive a Brugnera (in provincia di Pordenone). La sua laurea in relazioni internazionali, conseguita a Padova, le ha permesso di trovare un ottimo impiego ma, dopo soli due anni, la crisi ha colpito anche l’azienda per cui lavorava e Giulia si è ritrovata disoccupata.

Mi sono laureata in relazioni internazionali a Padova e, per un paio di anni, ho lavorato in un’azienda dell’indotto del mobile a Conegliano”, ha raccontato. “Tutto bene fino alla crisi: lavoro d’ufficio, viaggi nelle fiere. Poi il crack del mercato per la componentistica dell’arredo ha travolto un settore che faceva girare il Made in Italy nel mondo. Peccato”.

Mentre cercava un nuovo impiego, però, Giulia non poteva restare con le mani in mano ed ha iniziato a dedicare molto tempo al suo hobby preferito: ago e filo.“Conosco tre lingue, ma le ho messe in stand-by: inglese, francese e tedesco. Ho pensato come reagire alle giornate senza lavoro e ho rispolverato un mio hobby: cucire, aggiustare, creare. Sarta, insomma. Prima per gli amici e parenti, poi per tutti”.

Giulia 2Da qui, l’idea: visto che dedicava molto del suo tempo alla sartoria, perché non trasformare una passione creativa in professione? Detto, fatto.“Ho pensato che, da disoccupata, tanto valeva mettere in risalto l’attenzione creativa verso la moda e gli accessori, conservando l’interesse per tutto ciò che è particolare. Ho coltivato la passione per l’artigianato sartoriale”.

 “Ho sempre confezionato abiti e accessori per hobby, imparando da autodidatta e con i consigli di mamma o parenti. Poi, negli anni dell’università mi “allenavo” quando potevo. La svolta, però, è arrivata quando il lavoro è saltato: ho capito che cosa volevo fare. Sono sempre emozionata nel vedere i miei capi, indossati. Il mio laboratorio è in casa e il mio target sono donne estrose e simpatiche, poi amici che mi portano capi da rammendare e aggiustare”.

Per farsi conoscere come sarta, Giulia ha lanciato anche il suo blog – “Giulicious” – anche se, nel frattempo, non ha smesso di cercare un impiego “tradizionale”. Giulia, forte delle sue tre lingue, non ha perso le speranze di trovare un impiego.

Ma è anche molto pragmatica e tiene i piedi ben saldi per terra: “Sto seguendo corsi di sartoria per aumentare il mio potenziale. In attesa di un lavoro, mi arrangio a costruire con pazienza un’alternativa artigianale. Un mestiere antico, quello della sarta: da riscoprire. E poi chissà, magari sfondo”.

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