Ciò che accomuna tutti gli essere umani indipendentemente da sesso, razza e provenienza è il mangiare e quindi non c’è niente di più democratico e di vicino a tutti che il cibo. Quindi attraverso un libro di ricette, come può essere Las Vegans, ho cercato di trasmettere una prospettiva nuova e diversa“, così Paola Maugeri, famosa giornalista musicale, ci introduce nel suo mondo che non è fatto solo di musica, ma anche e soprattutto di battaglie in prima persona a difesa dell’ambiente, degli animali e di un’alimentazione consapevole. Dopo il grande successo di “Una vita a impatto Zero”, è “Las Vegans” la sua nuova creatura: non solo un semplice libro di piatti ottimi da cucinare, ma un vero e proprio manuale di consapevolezza alimentare che si tramuta in azione attraverso le ricette. “Parlare di cucina vegana implica una spiegazione, implica fare chiarezza sulla filosofia che sta alle spalle di questa scelta. Il mio intento non era semplicemente dare ricette, ma quello di aprire uno scenario diverso, di condividere una visione differente“. Las_Vegans_Mondadori (1)

Un tempo i vegani erano visti come una nicchia e anche un po’ come marziani. E’ ancora così?

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Adesso i vegetariani e i vegani sono comunque il 10 per cento della popolazione e quindi ne rappresentano una buona parte. Ma il punto è un altro: bisogna pensare che finalmente l’alimentazione sta diventando qualcosa per conoscere altro, per imparare a stare meglio e a stare al mondo in un altro modo. Essere vegetariani o vegani è una forma di rispetto che, partendo dagli animali, irradia la tua vita. Ormai vederci come marziani non ha più senso, siamo persone che hanno capito, forse prima di altri, quanto sono importanti le implicazioni del cibo sulla vita. Essere ancora in “minoranza” non scoraggia affatto…

Ci sono anche degli oggettivi benefici fisici nel scegliere questo tipo di alimentazione?

Io mangio così (cioè da vegana ndR) da 15 anni e sono vegetariana da 32 e mi sento proprio bene. Poi ci ho cresciuto anche mio figlio e quindi direi che siamo due ottimi esempi. Comunque, tornando alla tua domanda, i benefici concreti ci sono: maggiore forza, lucidità, resistenza…

Che spesso vengono associate ad una alimentazione carnea…

Ma non è assolutamente così… pensa a quando si dice “voglio essere forte come un toro”. Beh, il toro è vegetariano, la giraffa è vegetariana e il cavallo è vegetariano. Ci sono quindi una serie di luoghi comuni che è arrivato il momento di sfatare, perché gli animali più forti non sono carnivori. Certo per mangiare vegano bisogna anche essere preparati, nel senso che devi informarti, studiare, cucinare tantissimo…

Di recente sei stata nominata food ambassador per Expo…

Sono felice di essere ambassador per We-Women for Expo, un grande progetto al femminile che racchiude donne da tutto il mondo che hanno in comune la volontà di portare consapevolezza sul significato più profondo del  concetto di nutrimento, per un mondo più giusto dove le risorse siano distribuite in modo più equo. Lo stesso claim di Expo è “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. La vera rivoluzione pacifica si fa partendo dalle nostre cucine e da quello che mettiamo nel nostro piatto. Io porto avanti, in quanto food ambassador, un’istanza di cibo consapevole perché nel momento in cui tutti iniziassero a mangiare vegano-vegetariano ci sarebbe cibo per 11 miliardi di persone, esattamente il doppio della popolazione mondiale di oggi. Se ti definisci ecologista devi mangiare vegano e vegetariano: gli allevamenti intensivi sono i primi responsabili dell’effetto serra, per crearli è stata distrutta parte della foresta Amazzonica: ogni volta che noi mangiamo decidiamo da che parte stare.

primiE per tuo figlio è stato difficile?

No, è stato naturale. Io mangio così e lui ha imparato a mangiare così.

Nemmeno a scuola?

No, perché lui va in una scuola dove posso cucinare io e quindi preparo per lui il cibo tutte le mattine. E poi, nel sociale, se a una festa vuole mangiare una fetta di torta che la mangiasse pure. Non è una religione, è una scelta che si porta avanti col massimo del rispetto e dell’impegno.

La società di oggi è più sensibile all’argomento o c’è ancora molto lavoro da fare?

Entrambe le cose, un po’ come il lavoro che fate voi di Buone Notizie. In un mare di pessimismo, appiattimento, di bruttezza, violenza e volgarità, voi cercate il buono, il positivo, ciò che funziona. Così anche sul tema dell’alimentazione. C’è una parte di persone che ha voglia di migliorare e chi ci mette ancora molta resistenza. Ma questo è normale: il mondo è yin e yang, bianco e nero. Ma, comunque, trovo persone sempre più consapevoli e interessate ad attuare un cambiamento in prima persona.

Prima o poi il pianeta presenterà il conto?

Il Pianeta il conto lo sta già presentando anche perché negli ultimi 50 anni lo abbiamo depauperato, impoverito e sfruttato più di quanto sia mai stato fatto dalla notte dei tempi. Siamo noi che dobbiamo renderci conto che dobbiamo cambiare. Ma si tratta di un cambiamento in prima persona, non da delegare a qualcun altro, questa è la chiave di volta.

Partendo dalle piccole azioni nel quotidiano…

Totalmente, anche perché le piccole azioni sono delle grandi azioni,  se fatte con consapevolezza.

Tu vivi a Milano: la città sta puntando molto sulla mobilità sostenibile, sulla differenziata… Il Comune potrebbe fare di più?

Il Comune può fare sicuramente di più, ma ripeto, siamo noi che possiamo fare di più. Siamo noi in prima persona che creiamo delle istanze per fare in modo che le istituzioni ci ascoltino, siamo noi che vogliano migliorare l’ambiente e quindi decidiamo di raccogliere i rifiuti in un certo modo. Tutto parte da noi e da quello che vogliamo: siamo noi a scegliere di cambiare. Io passo molto tempo in Svezia ed è affascinante vedere come, sì i comuni facciano molto ma anche quanto i cittadini facciano altrettanto: è un do ut des. La nostra città è come la nostra casa e quindi tutti dovrebbero volerla bella e pulita.

Forse manca informazione tra i cittadini?

Credo sia una scusa, chi veramente è interessato si mette al pc e l’informazione la trova. Basta volerlo. 

Per approfondire: Il blog di Paola Maugeri

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Alessia Marsigalia

Alessia Marsigalia

Alessia Marsigalia è giornalista professionista freelance e docente di comunicazione all’Accademia Santa Giulia di Brescia. Partendo dalla carta stampata locale e nazionale, prima come redattore e poi caporedattore, si è poi orientata alla comunicazione digitale, coordinando portali e magazine digitali, tra cui la rivista digitale BuoneNotizieMAG e la testata online BuoneNotizie.it. Ha sposato l'approccio del giornalismo costruttivo e collabora con l'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, di cui è docente e tutor per il percorso di formazione per diventare giornalisti pubblicisti.

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4 Commenti

  • Diego ha detto:

    Scusate ma perchè non più c’è il bottoncino di facebook per condividere ??

  • Silvio Malvolti ha detto:

    Ciao Diego, è solo un po’ lento a caricarlo. Riprova e facci sapere! Grazie per la segnalazione!