l crowdfunding, cioè il il finanziamento diffuso dal basso e fatto tramite una piattaforma, in Italia è ancora uno strumento poco usato, anche se la parola non è più così sconosciuta come lo era anni fa. Parola di Chiara Spinelli, esperta di crowdfunding e ora a Registro.it, che spiega che il motivo principale di questa arretratezza è dovuto al fatto che «siamo un paese arretrato, in cui c’è un forte ritardo su tutto quello che è digitale». Senza contare lo scetticismo che caratterizza i pagamenti online. Infine, spiega la Spinelli, «è anche un problema di target: tra noi e i nostri genitori è chiaro che quelli che hanno più soldi sono loro. Ma non hanno né la cultura digitale né la mentalità giusta per finanziare una startup con il crowdfunding». Eppure, c’è chi ce l’ha fatta. Sono Diaman Tech, TocTocBox, ShinSoftware, BIOerg, Cynny: tutte sono riuscite a raggiungere il loro obiettivo. Andando addirittura in overfunding…

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