Nasce dal seme di una nefasta casualità il sodalizio umano e professionale che, intrecciando le storie e le ricerche scientifiche di due tra le più illustri menti del tempo – quella di Wolfgang Pauli e Carl Gustav Jung – porterà a nuove e sensazionali corrispondenze tra psicologia dell’inconscio e fisica quantistica, discipline scientifiche solo all’apparenza distanti l’una dall’altra.

Wolfgang Pauli è un brillante scienziato austriaco, ammirato da Albert Einstein e tra i padri della fisica quantistica. Un irrequieto genio della fisica. Per anni la sua mente è impegnata nell’esercizio di definizione dell’invisibile nel tentativo di asservire questo mondo alle ferree leggi che regolano l’universo materiale; totalmente assorbito dal ragionamento spinto ai confini dell’esperienza, in quegli anni scientificamente fertili, Pauli si allontana progressivamente dalla realtà fenomenica circostante. Saranno però avvenimenti drammatici, quali il suicidio dell’amata madre nel 1927, il repentino matrimonio del padre con una ballerina di night club (1928) e la dolorosa conclusione della sua breve quanto infelice unione amorosa (1927-1928) ad obbligare il giovane scienziato ad un violento ritorno al reale, causando in lui  quella che egli stesso, anni dopo, definì una “grande nevrosi”.

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Le forze invisibili del caso e delle circostanze, spingono dunque lo scienziato a rivolgersi a Jung, psicanalista svizzero e ribelle, discepolo di Sigmund Freud Jung, che capisce da subito la genialità del suo nuovo paziente e così, come dice Jung stesso per “rendere quel materiale assolutamente puro, senza alcuna influenza da me stesso” lo affida alla dottoressa Erna Rosenbaum che per oltre tre anni annoterà e registrerà oltre 1500 sogni del giovane scienziato austriaco. Di questi sogni, oltre 400 divennero successivamente materia di studio e di ricerca da parte di Jung.

Da questo complesso ma sincero intreccio di vita scaturisce così una tra le più singolari e fruttuose relazioni tra la psicologia dell’inconscio e la moderna fisica quantistica che segnerà profondamente le future ricerche di entrambi gli studiosi (e che porterà Pauli a ricevere il premio Nobel nel 1945), differenziando il loro lavoro da quello degli altri colleghi e spingendo i due ad una sorta di definizione di linguaggio comune per la fisica e la psicologia, in cui misticismo e ragione, come materia e spirito fossero connessi.

Relazione complessa ed anche incredibilmente fertile che trova nel romanzo L’equazione dell’anima di Arthur Miller una narrazione acuta e agile, dove il fascino e la magia del pensiero matematico vengono svelati attraverso la lente del romanzo d’autore.

All’affascinante mondo dei numeri e alle scoperte scientifiche che hanno segnalato il cammino dell’uomo è dedicata la collana di saggi “La Matematica come un romanzo, nuova collana del Corriere della Sera, di cui L’equazione dell’anima è la seconda uscita. 24 volumi in tutto: dalla teoria del caos al calcolo infinitesimale, un tuffo nella storia e negli sforzi di generazioni di scienziati e studiosi che si sono dedicati con passione ed ingegno al progresso dell’umanità e alla scoperta dei fondamenti e dei limiti del pensiero.

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Valentina Marchioni

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