Paola Guagliumi di mestiere fa la guida turistica a Roma. Qualche tempo fa ha avuto una straordinaria idea: divulgare  la conoscenza dell’arte ad una ben nota categoria umana: quella dei truzzi. Il termine di origine nordica, per quanto ancora lontano da far la sua comparsa nei grandi vocabolari italiani, è ormai da tempo entrato a far parte del gergo giovanile (spesso associato al più geograficamente trasversale “tamarro”). Il truzz è un individuo – ambosessi e di ogni età – piuttosto rozzo, non avvezzo cioè alle buone maniere e oscuro a qualsivoglia regola del galateo.

Attraverso il suo blog “L’arte spiegata ai truzzi (nella loro lingua)” Paola avvicina, con la spontaneità tipica del gergo popolare, l’aulico discorso artistico ad un pubblico altrimenti distante da cotanta complessità.
In un’era in cui viene spesso ribadita l’importanza di padroneggiare diversi idiomi, questa giovane romana doc propone (non senza un qualche grottesco ma ilare risultato) l’arte spogliata di quell’aura di impalpabile raffinatezza concettuale, mettendo di fatto in pratica l’antico detto secondo cui “se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto“.

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Ospite di un programma televisivo, Paola racconta di aver avuto questa idea dopo aver notato che molti ragazzi si annoiano di fronte a meticolose e dotte spiegazioni di opere d’arte. La sua idea dunque è quella di rendere la cosa meno noiosa e più comprensibile. Così, attraverso una serie di divertenti ma istruttivi video, come moderna Trilussa, l’autrice racconta, coinvolge e spiega con molta ironia, opere d’ogni epoca: dal Pallade e il centauro di Sando Botticelli, al M-maybe di Roy Lichtenstein, passando per Chagall, Beato Angelico, Leonardo e molti molti altri.

Forse ci sarà chi storce il naso di fronte a questa iniziativa, confondendo – come spesso accade – il significato con il significante o se preferite, la forma con la sostanza. Eppure l’iniziativa di Paola è molto intelligente perché da una parte contribuisce alla diffusione delle tecnologie nel nostro Paese (ancora largamente affetto da analfabetismo digitale) dall’altra offre un primo approccio con un mondo sconfinato che può essere approfondito successivamente con linguaggi consoni.

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Inoltre il suo approccio così diverso all’argomento artistico non abbassa assolutamente la portata dell’arte, piuttosto ne esalta le doti di contemporaneità. Paola ha il pregio di saper calare nel contesto attuale l’estetica e la bellezza che l’arte di ogni tempo ricerca e racconta, rendendo il senso delle opere accessibili ad un pubblico culturalmente lontano (anche se geograficamente così vicino) dall’ altisonante.

E come il successo cinematografico di Sorrentino ci ricorda, in fin dei conti la grande bellezza di Roma risiede anche anche nell’aspetto popolare della sua cultura. Insomma, st’idea me pare na crema…

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