Prendere dei dati nascosti, trasformarli e restituirli alla società in una nuova creativa forma. Questa definizione delinea bene la professione di Salvatore Iaconesi: hacker creativo, ingegnere robotico, nonché docente di Near Future Design presso l’ISIA di Firenze. Insieme alla sua compagna, Oriana Persico, i dati era abituato a prenderli, sigillati, nei reconditi vicoli del mondo web. Ma cosa accade se i dati da prendere si trovano dentro di te? Dentro la tua testa?

E’ il 2012 quando i medici danno a Salvatore una delle peggiori notizie che si possa ricevere: tumore al cervello. Parte un lungo iter di esami, verifiche, cure che stravolgono la vita di Salvatore. Dentro questo percorso c’è però una passività che gli sta stretta. Abituato a scovare dati a cui pochi possono accedere, non sopporta l’idea di non poter vedere il male che è dentro di lui, per via di intoppi legali ospedalieri. Decide di dimettersi da malato e ricevere il CD del suo tumore. Finalmente lo può vedere! I due sono faccia a faccia.

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In fin dei conti un tumore cos’è? Un groviglio di informazioni sbagliate, con le quali cellule malate ingannano l’organismo non permettendo la riparazione. Un ammasso di cellule narcise che si replicano a dismisura, tutte identiche, senza differenziazioni. I due artisti, non nuovi a performance gobali come Human Ecosystems, l’ascolto e la visualizzazione della vita in tempo reale attraverso le conversazioni sui social, si chiedono come la società tratti la comunicazione attorno al cancro. Salvatore crea una simulazione matematica, nella quale i punti neri sono persone che discutono on-line dei loro tumori. Il risultato è sconfortante. La società è ipnotizzata, il tumore mette in impasse le conversazioni via web. La frammentarietà è evidente, il tumore vince anche nella comunicazione sociale, creando paura, disarmonia e separazione.

Tornando alla fonte della sua identità creativa, Salvatore capisce che di fronte ha la miglior sfida che si potesse presentare alla sua vita e alla sua professione. La testa, il più complesso sistema informatico esistente, gli dà un’occasione senza precedenti. Decide che vuole essere protagonista della sua cura insieme alla sua famiglia: il web. Mette in rete il suo tumore e chiede a tutti di partecipare alla costruzione della sua cura, rendendola open source. In pochi giorni gli rispondono 300.000 persone. Il tumore viene rielaborato in fumetti, filmati, testi, metafore nuove che permettono di attaccare il male su più fronti. All’appello rispondono chirurghi, psicologi, dietisti. La simulazione matematica di questa nuova opera creativa mostra un flusso di informazioni armoniche, una complessità di input strutturati e interattivi.

La collaborazione di molte persone attorno allo stesso obiettivo ha riportato alla vita e alla società quel tumore ripiegato su se stesso. Salvatore ha potuto usufruire del sostegno e della competenza giunti da ogni angolo del mondo. Un successo professionale e personale, che gli ha soprattutto permesso di cambiare il rapporto con la malattia e di aiutare anche altri a farlo.

Oggi Salvatore sta molto bene e a breve uscirà un libro dove racconta questa storia di coraggio e vittoria.

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Stefania Cornali

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2 Commenti

  • ANDREA ha detto:

    UN’OTTIMA NOTIZIA CHE APRE NUOVE PROSPETTIVE INTERESSANTI IN CAMPO MEDICO A VOLTE CARENTE SOTTO QUESTO PUNTO DI VISTA.