La chiamano la “Pompei del 900” anche se il suo vero nome è Roscigno Vecchia, uno dei cosiddetti “paesi fantasma” d’Italia, dopo che nel 1902 fu investito da una frana. Oggi, grazie ad un gruppo di italo-americani, che avevano antenati in queste zone e che hanno costituito la Roscigno Vecchia Foundation, questo borgo del Cilento può ritornare a vivere e ad essere valorizzato. Benché fantasma, infatti, Rosigno è visitato ogni anno da 20mila turisti, accolti fino al 2001 dalla signora Dorina, unica abitante rimasta. Era lei a raccontare le storie del paese fantasma e a raccontare il suo amore per quel luogo, dove il pericolo di una frana è sempre dietro l’angolo. Oggi il ruolo di Cicerone spetta a Giuseppe Spagnuolo, custode volontario del borgo abbandonato e guida per i turisti.

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Il parallelismo con Pompei non è casuale: dopo quella frana degli inizi del ‘900 Rosigno è rimasta la stessa: il lavatoio, la fontana, i portali di pietra, le cantine, le stalle, la fucina del fabbro, i casolari dei contadini e i palazzi gentilizi, parlano di un’epoca lontana. Tanti edifici sono stati messi in sicurezza grazie ai fondi dell’Unione Europea e poi sono arrivati gli italo – americani di terza e quarta generazione, alla ricerca delle proprie radici e, rimasti affascinati da Roscigno, hanno deciso non solo di impegnarsi nella sua ricostruzione e conservazione, ma anche nel promuoverne il turismo.

Per questo è partita una raccolta fondi da parte del gruppo e il Comune si sta adoperando in questa direzione. “Vogliamo ampliare le zone del borgo messe in sicurezza ma per questo dobbiamo chiedere l’autorizzazione paesaggistica alla sovrintendenza ai beni culturali per avviare un ulteriore intervento” – racconta il sindaco Armando Mazzei – che lancia anche un appello al ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini: “Crolla Pompei e crolla anche Roscigno. Il ministero dovrebbe fare qualcosa“. roscigno vecchia

 

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Alessia Marsigalia

Alessia Marsigalia

Alessia Marsigalia è giornalista professionista freelance e docente di comunicazione all’Accademia Santa Giulia di Brescia. Partendo dalla carta stampata locale e nazionale, prima come redattore e poi caporedattore, si è poi orientata alla comunicazione digitale, coordinando portali e magazine digitali, tra cui la rivista digitale BuoneNotizieMAG e la testata online BuoneNotizie.it. Ha sposato l'approccio del giornalismo costruttivo e collabora con l'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, di cui è docente e tutor per il percorso di formazione per diventare giornalisti pubblicisti.

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