Nel nostro Paese esistono, per lo più, sei differenti tipologie di cognomi. Ci sono quelli che derivano da luoghi come città o regioni. Altri che sono legati agli antenati, sia dal lato paterno che quello materno. Qualcuno che richiama singolari caratteristiche fisiche. Per concludere, ci sono quelli che hanno a che fare con le attività lavorative.

Sarà anche per questo che i latini erano soliti utilizzare la locuzione “nomen omen” che, tradotta in italiano, suona più o meno così: “il nome è un presagio” oppure “un nome, un destino”. E il primo vincitore delle World Series of Poker proveniente da un torneo online non poteva che chiamarsi… “creatore di danaro”.

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Perché quella che vogliamo raccontare nelle prossime righe è la storia di Christopher Bryan Moneymaker, cittadino statunitense nato ad Atlanta, nello stato della Georgia, nel 1975 e che prima di raggiungere i trent’anni, contro ogni pronostico della vigilia, sbancò il più importante torneo di poker a livello mondiale.

Ma cosa centra la storia dei cognomi? “Elementary, my dear Watson”, risponderebbe un noto personaggio della letteratura anglosassone, tanto per rimanere in tema. Se proviamo a prendere il cognome dell’inaspettato trionfatore, Moneymaker, e inserirlo in uno dei tanti traduttori online, ci ritroviamo di fronte alla dicitura… creatore di denaro.

Il tutto, come raccontano le numerose storie sull’allora contabile di 28 anni, ebbe inizio da un torneo di poker online il cui costo di iscrizione ammontava a poco più di 39 dollari americani. Giocata dopo giocata, Moneymaker si ritrovò ai tavoli verdi del Casinò Binion’s Horseshoe di Las Vegas, nel Nevada, assieme ad altri 838 player accomunati dallo stesso obiettivo: conquistare il titolo di migliore al mondo. E così il 24 maggio del 2003, dopo l’ultima mano di carte, poté festeggiare sollevando al cielo un assegno da ben 2,5 milioni di dollari.

Alla prova dei fatti, oltre 64 mila volte la cifra originariamente investita. La vittoria di questo sconosciuto contabile della Georgia diede vita a quello che, nei mesi successivi, sarebbe stato ribattezzato come l’effetto Moneymaker: vale a dire la crescita esponenziale dei giocatori di poker online. D’altronde il messaggio principale che era passato dalla XXXIV edizione delle World Series of Poker era questo: tutti possono vincere, non solo i professionisti.

A far crescere nel tempo il volume d’affari e il numero di giocatori del poker virtuale sono poi intervenuti i miglioramenti tecnologici. Dalla prima poker room con in palio soldi veri, gennaio 1998, sono trascorsi solamente venti anni. Eppure sembra passato un secolo da quando un ingegnere statunitense, tale Randy Blumer, mise a punto un software per giocare a poker restando seduti davanti al proprio computer. E viene quasi da ridere nel pensare che gli allora modem a 56K obbligavano i giocatori ad attendere quindici minuti fra l’avvio del download e l’installazione completa del programma.

Oggi con reti internet sempre più veloci e siti internet sempre più accattivanti (ci sono pure le poker room live con veri croupier) i numeri mostrano il segno più. E chissà che il prossimo vincitore delle World Series of Poker non possa venire dall’Italia? Stando a quanto riporta un noto sito web, nel nostro Paese ci sono oltre 800 famiglie che nel proprio cognome contengono la parola “denaro”.

In una di queste famiglie potrebbe già esserci chi s’è avvicinato al gioco di carte più famoso al mondo sfruttando una delle tante promozioni oppure leggendo una delle tante guide online sulle poker room autorizzate AAMS.

Stando agli ultimi dati resi noti dall’Agimeg, l’Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco, nei primi undici mesi del 2017 per il poker a torneo nella versione online sono stati spesi in Italia 75,7 milioni di euro (nel solo mese di novembre 7,17); mentre nello stesso periodo, gennaio-novembre 2017, per il poker cash online la spesa ammonta a 63,8 milioni di euro (5,8 nel penultimo mese dell’anno).

E molta attesa, sul fronte giocatori e operatori del settore, c’è riguardo al progetto di liquidità condivisa. La scorsa estate, difatti, quattro Paesi (Italia e Francia, Spagna e Portogallo) hanno firmato un’intesa per creare delle sale da gioco dove i player potranno sfidarsi in partite di caratura internazionale.

I giocatori italiani di poker, infatti, hanno sempre frequentato casinò e sale da gioco online targate “.it”.  Con l’avvento della liquidità condivisa i player potranno sedersi attorno a dei tavoli verdi col suffisso “.eu”. E’ vero che molto deve esser ancora fatto. Che ci potrebbe essere un ritardo nell’attuazione del progetto. Inizialmente i rumors indicavano fine 2017-inizio 2018, adesso al contrario non ci son date certe. Ma l’allargamento del mercato potrebbe avere un effetto positivo sull’intero settore. I giocatori italiani potranno infatti confrontarsi con quelli degli altri paesi. Gli operatori avranno una platea di utenti molto più ampia. Le stesse amministrazioni pubbliche potranno veder crescere il volume delle entrate.

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