Salute & Benessere

Il tè verde contro Alzheimer e Parkinson

di 24 Settembre 2007Febbraio 22nd, 2024No Comments

La domanda che si è posta il mondo scientifico, sulla base delle evidenze che in atto risultavano, era quella secondo la quale il tè verde potesse o meno avere effetti positivi sul cervello. Ma se ciò che fino allora era basato su riscontri empirici potesse trasformarsi in certezze scientifiche, ovvero se tale pianta, assunta come infuso, potesse avere oltre ad effetti positivi su quest’organo, anche proprietà terapeutiche contro malattie importanti, come l’Alzheimer e il Morbo di Parkinson.

L’evidenza che in Giappone, i cui abitanti sono forti assuntori di bevande al tè verde e che corrono il rischio di ammalarsi di queste gravissime malattie ad andamento cerebrale degenerativo, sempre in misura di gran lunga ridotta rispetto, ad esempio, all’Occidente, ha aperto la strada a studi approfonditi e lunghi nel tempo, prima di considerare il tè verde utile nel contrastare gli effetti devastanti di queste due patologie.

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L’evidenza attesa è giunta dopo aver sottoposto 1.000 persone anziane, di età superiore ai 70 anni, consumatori abituali di 2, 3 tazze al giorno di tè verde. La riprova del minore deterioramento delle funzioni cerebrali di questi soggetti, accompagnato da maggiore prontezza cognitiva degli stessi e ridotto rischio di ammalarsi di Alzheimer e Parkinson, rispetto a chi sostituisce il tè verde col consumo di qualsiasi altra bevanda è stato l’inizio di una ricerca che ancora prosegue e che è finalizzata alla comprensione di quali siano i meccanismi che interverrebbero, efficacemente, nella constatazione degli effetti benefici della bevanda.

Del resto, i precedenti esperimenti effettuati su animali avevano dimostrato la ridotta incidenza di malattie degenerative, come quelle citate, in quelle cavie costrette ad assumere quotidianamente razioni di tè verde ottenuto da foglioline secche non fermentate. Sarà il futuro a siglare con precisione gli effetti positivi del tè verde contro l’Alzheimer e il Parkinson, anche nel caso in cui questa sostanza possa essere concentrata, in apposite dosi, direttamente in terapie contro queste malattie La scoperta, fin adesso, rappresenta, a detta degli scienziati, un importantissimo passo avanti nello studio di tutti quelle “armi”, messe a disposizione della scienza atte a debellare le due temibili patologie.

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Giuliano Marchese

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