Salute & Benessere

A SanMarino inaugurata la prima Cell factory

di 24 Aprile 2008No Comments

E’ stata inaugurata a San Marino la prima banca per la conservazione autologa di cellule staminali. Le mamme, in pratica, potranno conservare le staminali del proprio figlio prelevate dal cordone ombelicale per poterne disporre in caso di necessità. Si tratta, in pratica, della “Cell factory” di cellule staminali del cordone ombelicale in tutta la penisola. L’iniziativa del Bioscience Institute riguarda un laboratorio che per requisiti tecnologici e standard qualitativi non ha eguali in Europa. “La cell factory di San Marino – ha affermato l’amministratore di Bioscience Institute Giuseppe Mucci – apre dopo aver ottenuto il parere favorevole dell’Authority sammarinese competente che ha verificato l’ottemperanza di Bioscience Institute ai più restrittivi regolamenti internazionali in materia: ‘GMP – Iso 14644/1 – LBM dell’OMS; tale caratteristica ne fa una struttura senza eguali in Europa per la qualità delle tecnologie e delle procedure di trattamento”.

Attualmente sul suolo italiano la conservazione autologa delle cellule staminali non è consentita, ma è possibile che in breve, grazie anche alla pressione di migliaia di famiglie italiane e di un appello bipartisan formulato dai parlamentari di tutti gli schieramenti politici sotto forma di proposta di legge, l’Italia si allinei alla posizione assunta da Paesi come Spagna, Usa, Belgio, Inghilterra, ecc. e, quindi, si apra alla conservazione autologa, come ha già fatto la Repubblica di San Marino.

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Nonostante in Italia nascano circa 550 mila bambini all’anno, dopo oltre 10 anni di lavoro, le banche eterologhe del cordone hanno conservato 11.433 campioni di cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale (di cui 457 sono stati trapiantati); il resto è stato distrutto. In sostanza, con questa proposta si intende offrire l’opportunità di conservazione delle cellule staminali in strutture private a quel numero elevatissimo di cordoni che altrimenti verrebbero distrutti.
La conservazione delle staminali è prevista per 20 anni (finché la ricerca scientifica non dimostrerà che questo limite è superato con una casistica che dimostri che le staminali sopravvivono più a lungo in azoto liquido) al costo d’ingresso di 2000 euro, più 50 euro annui. Le sacche contenenti le cellule vengono tenute in deposito immerse in azoto liquido alla temperatura costante di -190°. Il laboratorio attualmente ha disponibilità per la conservazione di almeno 100mila sacche.
Il Bioscience Institute è convenzionato con un vettore internazionale per la raccolta delle sacche presso il luogo di degenza della madre entro le 24 ore e consentire, quindi, l’avvio del trattamento entro 48 ore dal prelievo.
Lo scopo di Bioscience Institute è quello di perseguire un’nformazione diffusa che esalti gli standard qualitativi (esibiti e verificabili on line) del proprio laboratorio, per corrispondere alla domanda crescente di quello che viene definito ‘il primo grande regalo dei genitori al nascituro’.

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Claudia Costa

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