Salute & Benessere

Nuove ricerche per curare la sclerosi multipla

di 27 Maggio 2010Marzo 7th, 2024No Comments

Saranno le cellule staminali del midollo, le cosiddette mesenchimali, ad essere protagoniste di una nuova terapia sperimentale per la cura della sclerosi multipla e sarà proprio l’Italia il paese da cui partirà la sperimentazione, unica nel suo genere, con il coinvolgimento di circa 150 pazienti da oltre venti nazioni diverse. Se ne è parlato nell’ambito della II giornata mondiale della Sclerosi Multipla, tenutasi il 26 maggio in oltre 50 città di tutto il mondo, in occasione della quale si sono organizzati centinaia di eventi legati al tema. Per l’Italia, le manifestazioni e gli incontri si sono svolti a Roma e sono stati promossi dal FISM, Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, e dall’AISM, Associazione Italiana Sclerosi Multipla.

Saranno circa 20-30 i pazienti italiani che parteciperanno alla sperimentazione. Requisito fondamentale: la malattia dovrà essere ancora attiva, ma non in stato avanzato, e la mancanza di risultati con le cure tradizionali.

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A condurre la sperimentazione, per l’Europa, sarà il professor Antonio Uccelli del dipartimento di Neurologia dell’Università di Genova, specialista in Neurologia, già ricercatore nel campo della sclerosi multipla e docente di Neuropatologia e Neuroimmunologia presso l’Università degli Studi di Genova. Nel 2001 è stato insignito del prestigioso premio “Rita Levi Montalcini” proprio per le sue ricerche sulla sclerosi multipla. Mark Friedman, dell’Università di Ottawa,  invece,  sarà il referente per il continente nord-americano. Secondo quanto presentato dai ricercatori le cellule staminali del midollo potrebbero essere in grado di rilasciare sostanze che proteggerebbero le cellule nervose migliorandone la capacità di sopravvivenza.

La sclerosi multipla è una malattia che interrompe o che rende più difficile il transito del segnale nervoso lungo i nervi. Generalmente, ad essere compromessa definitivamente è la mielina, la guaina che ricopre le fibre nervose, la principale responsabile della trasmissione degli impulsi elettrici,  e quindi, spiegato in modo molto semplice, degli impulsi nervosi. Ancora sconosciute sono le origini del suo insorgere.

La sperimentazione dovrà ora passare al vaglio dal Ministero della Salute per l’approvazione. Se tutto andrà bene, i primi test potrebbero essere effettuati entro la fine dell’anno in corso.

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Isabella Berardi

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  • paola forzoni ha detto:

    buon giorno, ho letto con interesse vari articoli sull’argomento, poichè una mia parente è nella fase descritta come utile per la sperimentazione, vorrei sapere se è possibile contattare qualche centro specialistico per avere ulteriori informazioni. grazie se vorrete rispondermi