La nuova stagione influenzale è ormai in corso e gli eurodeputati hanno criticato la risposta “sproporzionata” data dall’Unione europea per la scorsa stagione influenzale, quando è scoppiato il virus H1N1 (“influenza suina”). La risoluzione approvata dalla Commissione Salute Pubblica del Parlamento Europeo ha messo a confronto la spesa dei programmi di vaccinazione e i relativi rischi cui si è fatto fronte, ed ha raccomandato anche gli interventi per il futuro, tra cui l’acquisto di un gruppo di vaccini e maggiori garanzie contro i conflitti di interesse.

L’influenza H1N1, da aprile 2010, ha causato 2.900 decessi in Europa, contro i 40.000 decessi provocati dall’influenza stagionale in un anno “normale”. La risoluzione elaborata da Michèle Rivasi (Verdi / ALE, FR) e approvata l’altro ieri è stata adottata con 58 voti favorevoli, 2 contrari e 1 astensione. Rivasi ha detto che “questo rapporto è un tentativo importante per evidenziare le preoccupazioni che sono state sollevate circa la risposta sproporzionata per l’influenza suina in Europa, così come la potenziale influenza delle aziende farmaceutiche nei processi di risposta”.

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Le risposte degli Stati membri sono state diverse, dai programmi di vaccinazione su vasta scala a programmi di nessuna vaccinazione (nel caso della Polonia). In totale sono stati spesi miliardi di euro. Sottolineando la necessità di rivalutare le strategie di vaccinazione, la Commissione Ambiente e Salute Pubblica suggerisce anche che una migliore cooperazione (per esempio, acquisti di gruppo di vaccini) sarà necessaria in futuro. I deputati invitano, inoltre, ad una maggiore salvaguardia per evitare potenziali conflitti di interesse. I nomi degli esperti consigliati dalle autorità sanitarie europee dovrebbero essere pubblicati. A seguito di casi in cui ciò non è stato fatto, la risoluzione sottolinea che, ai sensi della legislazione UE, la piena responsabilità dei vaccini deve rimanere al produttore e non agli Stati membri.

La risoluzione invita l’Organizzazione Mondiale della Sanità a rivedere la sua definizione di “pandemia”, considerando la gravità della malattia, e non solo la diffusione del virus. Infine, gli europarlamentari chiedono che al Centro europeo per la prevenzione e il controllo venga dato il sostegno economico necessario per valutare i rischi in maniera autonoma.

Fonte: HelpConsumatori.it

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Valentina Corvino

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