Studiare soluzioni tecnologiche che permettano di rendere la guida più sicura per le persone più “mature”: per questo, gli scienziati dell’Università di Newcastle, nel Regno Unito, hanno trasformato una vettura elettrica in un vero e proprio laboratorio mobile, che ha monitorato la concentrazione, i livelli di stress e le abitudini di guida di un gruppo di anziani. Per scoprirne le paure e il modo di superarle. Ma anche per evitare importanti cali della loro salute e del loro benessere.

Guidare non è solo una capacità indispensabile per gli spostamenti quotidiani, ma anche un fattore strettamente connesso ad indipendenza e socialità. Partendo da questo presupposti, gli studiosi inglesi dell’Intelligent Transport team di Newcastle, hanno condotto una serie di simulazioni sulle abitudini di guida degli anziani.

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Per fare questo, hanno equipaggiato una vettura elettrica, chiamata dal team di ricerca “DriveLAB”, con vari strumenti in grado di verificare minuto per minuto, il movimento degli occhi dei guidatori, le loro reazioni, la capacità di accelerare o frenare, l’efficienza nella guida. Nelle immagini sottostanti possiamo vedere  Jean Ryall (81 anni) e Bryce Robson (82 anni) durante le simulazioni al DriveLAB e con gli occhiali per monitorare  i movimenti oculari durante la guida.

Phil Blyte, professore all’Università di Newcastle ci spiega l’importanza del fattore guida per gli anziani:  “per molte persone, specialmente per quelle che vivono sole o in aree rurali, guidare è essenziale per mantenere la propria indipendenza, la propria libertà di uscire senza dover dipendere da nessun altro”.  E lo studioso prosegue, commentando il fine della ricerca: “quello che stiamo tentando di fare è di far sì che le persone guidino in sicurezza più a lungo, spingendoli ad essere indipendenti e socialmente connessi”.

 

Le soluzioni al vaglio degli studiosi variano dalla messa a punto di sistemi di navigazione satellitare appositamente studiati per le persone più anziane, in grado di   evitare curve o strade pericolose, a strumenti che permettano una migliore visione durante la guida nelle ore notturne ad altri ancora che controllino la velocità di una vettura in modo intelligente, evitando che si superino certi limiti.

La cosa interessante emersa anche dai gruppi di ascolto che hanno supportato gli anziani è che c’è una forte volontà, da parte di queste persone, di avvicinarsi e di usufruire dei vantaggi della tecnologia per poter continuare ad guidare un’auto ed essere indipendenti.

L’argomento è quanto mai di attualità: solo un paio di settimane fa, infatti, ha fatto scalpore la notizia che a Margherita Hack, l’astrofisica italiana celebre a livello mondiale, non venisse rinnovata la patente a causa dell’età ormai avanzata, nonostante le sue ottime condizioni psico-fisiche.

 


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Isabella Berardi

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