Ad affermarlo è un singolare studio condotto dall’equipe del Professor Timothy Judge, dell’università di Notre Dame’s Mendoza College of Business, Indiana USA e pubblicato dalla prestigiosa rivista Journal for Applied Psychology.

Lo studio, che ha coinvolto oltre 717 persone, ha evidenziato che le persone più assetate di ambizione, sebbene in generale raggiungano obiettivi più prestigiosi, sia in termini di carriera che economici, di quelle che lo sono meno, vivono (in media) vite più brevi di chi riesce ad accontentarsi.

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Gli studiosi sono giunti a queste conclusioni dopo aver monitorato gran parte dell’arco di vita del campione selezionato.
Lo studio è infatti iniziato nel 1922, quando i partecipanti  erano poco più che bambini e si è esteso per oltre sette decadi.
Il panel selezionato comprendeva individui dal quoziente intellettivo superiore alla media e bambini dotati di intelligenza nella norma.
Alcuni di essi hanno conseguito la laura in università del calibro di Harvard, Yale, Princeton e Oxford, realizzandosi successivamente anche nell’ambito professionale. Altri invece, hanno ottenuto dei risultati più modesti: alcuni non hanno completato gli studi secondari, e altri ancora invece hano conseguito la laura in università di secondaria importanza.
I ricercatori hanno quindi condotto numerose interviste con i partecipanti, quando questi avevano raggiunto un’età media di cinquant’anni,  all’apice quindi della carriera professionale.

Le interviste, volte ad esplorare il livello di soddisfazione personale del panel, sono state condotte in cinque macro aree: occupazione, vita familiare, tempo libero, salute e gioia di vivere.
I livelli di ambizione dei soggetti facevano riferimento ai dati pervenuti all’inizio dello studio, ovvero quando i partecipanti erano poco più che bambini.
Per quanto i soggetti definiti più ambiziosi avessero chiaramente raggiunto maggiori successi professionali ed economici, essi risultavano piuttosto fallimentari in quelle variabili considerate di maggior importanza: quali felicità e longevità.

Secondo il professor Judge, infatti, “se le ambizioni hanno un effetto positivo in termini di carriera, è anche evidente che questo abbia un costo”. Continua il professore “a dispetto dei loro successi, infatti le persone più ambiziose risultano solo leggermente più felici delle loro controparti meno ambiziose, tendono inoltre a morire più giovani”.

I ricercatori hanno così scoperto che, i soggetti più desiderosi di affermazione dedicano molto più tempo alla carriera, trascurando molti altri aspetti che aiutano le persone a vivere una vita più lunga e più sana come comportamenti salutari, relazioni amorose più stabili e rapporti sociali più profondi.

Inoltre, in quei soggetti assetati di successo che, per un motivo o per un altro, non riescono a raggiungere il proprio obiettivo, s’ingenera uno stato di profonda infelicità responsabile di una ridotta prospettiva di vita.

Pare dunque che il vecchio detto “chi si accontenta, gode” sia quanto mai vero. E anzi, ora grazie a questo singolare studio, non pare scorretto completare l’affermazione asserendo che “chi si accontenta gode e vive più a lungo”.

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Valentina Marchioni

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