Maggiore risparmio per tutti i cittadini europei attraverso l’applicazione di tariffe cellulari meno care. Lo scopo della normativa allo studio è di ridurre quasi a zero il divario tra le quote roaming, cioè le chiamate effettuate o ricevute quando si è all’estero, e quelle nazionali entro il 2015.

La nascita di una Commissione specifica si è resa necessaria dopo un’analisi dei prezzi delle comunicazioni da dispositivi mobili tra gli stati europei: chiamare all’estero prima dell’Eurotariffa, il piano dei costi imposto dalla UE, poteva costare anche quattro volte di più rispetto ad una telefonata nazionale.

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Il Regolamento 717 del 2007, nato dall’attività della Commissione, ha permesso, quindi, di intervenire già diverse volte a tutela degli utenti: nell’aprile 2009, fissando i massimali a cui gli operatori di telefonia mobile devono attenersi. Ma anche a fine giugno 2010, imponendo ai gestori di bloccare l’accesso al roaming dati, cioè la navigazione su internet dal telefonino, qualora l’addebito in fattura raggiunga i 50 euro, salvo che gli utenti non abbiano esplicitamente autorizzato il superamento del limite. Il tutto per evitare brutte sorprese in bolletta una volta rientrati nella nazione di appartenenza. Ad essere calmierato è stato anche il costo degli SMS, che non deve superare la quota massima di 0,11 centesimi (IVA esclusa), e il costo massimo per effettuare una chiamata dall’estero, che si è abbassato di 4 centesimi al minuto, passando da 0,43 a 0,39 euro (l’IVA è sempre esclusa).  I primi dati hanno evidenziato un risparmio del 60% per gli utenti europei. L’Eurotariffa è in vigore in tutti i 27 paesi dell’UE, oltre che, da gennaio 2008, in Islanda, Norvegia e Liechtenstein.

Eppure, questi risultati non sono sufficienti: la Commissione Europea ha recentemente rilevato come non esistano ancora tariffe sufficientemente competitive in questo settore e come gli operatori mantengano margini ingiustificatamente elevati. Secondo Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea, “in un mercato europeo che sia davvero unico non hanno ragione di esistere differenze così rilevanti tra tariffe nazionali e tariffe di roaming. Bisogna andare all’origine dei problemi attuali, ossia la mancanza di concorrenza, e trovare una soluzione duratura”, che, secondo le indicazioni della stessa Commissione, potrebbe essere quella di adeguare le tariffe proposte dagli operatori con i reali costi sostenuti per fornire il servizio, tenendo ben presente il diritto del cittadino ad avere una concorrenza libera e trasparente e una facilità di accesso ai servizi proposti dai gestori.

I lavori proseguono, dunque, con una consultazione pubblica in cui ad esprimere pareri saranno consumatori, imprese, operatori delle telecomunicazioni ed autorità pubbliche. Tutte le osservazioni concorreranno alla revisione dell’attuale legislazione UE in fatto di roaming, calendarizzata entro la fine del giugno 2011.

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Isabella Berardi

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