Società

Impegno, rispetto ed ecologia a Terra Futura

di 10 Marzo 2008No Comments

E’ l’alleanza il tema di “Terra Futura 2008”, la mostra-convegno sulle “buone pratiche” della sostenibilità, che si terrà a Firenze alla Fortezza da Basso dal 23 al 25 maggio 2008. L’evento, organizzato da Fondazione Culturale Responsabilità Etica per conto del sistema Banca Etica, raccoglie il messaggio lanciato da numerosi esponenti della politica, dell’economia e del vivere sostenibile e mira alla creazione di alleanze trasversali per un futuro sostenibile. «Esistono già esempi di intese – fa sapere Ugo Biggeri, presidente della Fondazione Culturale Responsabilità Etica – ad esempio il commercio equo inizia ad interessare le grandi imprese, e sul versante dei cambiamenti climatici, una rete mondiale informale – fatta di scienziati, istituzioni internazionali, governi locali, imprese – punta da anni all’ecoefficienza». Oggi queste alleanze dovrebbero essere più esplicite ed efficaci, traducibili in richieste politiche in grado di accelerare i cambiamenti necessari e di disincentivare i comportamenti insostenibili.

E’ per questo che alla sua quinta edizione la manifestazione propone workshop, appuntamenti culturali e laboratori. Sarà presente alla mostra-convegno Fritjof Capra, fisico austriaco concentrato sui temi dell’ecologia e della “eco literacy”, l’alfabetizzazione sui temi della natura. Secondo lo scienziato, infatti per amare, rispettare e soprattutto sostenere grandi comunità di viventi in accordo con la natura è necessario conoscere i processi vitali che regolano il pianeta Terra, la nostra casa. Grandi riflessioni dunque alla Fortezza da Basso dove si parlerà ancora della necessità di prassi quotidiane guidate da un’ottica di condivisione di bisogni e risorse. Già da tempo infatti è sbocciato nel più vasto pubblico un acceso dibattito e un sincero interesse sui metodi per risparmiare energia, limitare il consumo di materiali e risorse e insieme aumentare la qualità della vita. Ma nonostante questo interesse, a livello globale sembra mancare un accordo globale per una strategia comune in grado di affrontare le enormi sfide poste da inquinamento, crisi economiche e dall’aggravarsi delle disuguaglianze fra i popoli.

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Quando si parla di questi temi infatti i confini nazionali non hanno più senso e gli accordi globali diventano una necessità. Ne è un esempio Kyoto, che ha coinvolto nel suo difficile percorso 170 paesi del mondo. Ma proprio la storia di questo documento porta con sé un monito: mentre sul piano teorico è ampia la consapevolezza che le questioni sociali, ambientali ed economiche sono assolutamente inscindibili le une dalle altre, quando si passa all’azione i particolarismi e gli interessi locali la fanno ancora da padrone.

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Francesca Farina

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