Provate a immaginare di percorrere chilometri – tre, per l’esattezza – in uno scenario in bilico tra l’ “Inferno” di Dante e “Il Signore degli anelli”. Stalattiti e stalagmiti spuntano in ogni dove, cristalli di calcite scintillano sornioni nel buio.  Poi il cammino si apre e all’improvviso, proprio qui – nelle viscere della terra – tutto si fa luce: siamo arrivati alla Grotta Bianca, un vero e proprio miracolo del sistema carsico che ritaglia nel buio del sottosuolo uno scenario primordiale, una sorta di cattedrale sotterranea dove tutto è bianco. Siamo nella provincia di Bari, a Castellana, nel cuore di quelle che da alcuni vengono considerate le grotte più belle d’Italia.

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Le grotte di Castellana rappresentano un vero e proprio fiore all’occhiello per la regione Puglia, attirando ogni anno frotte di visitatori. L’asso nella manica non è solo l’incontestabile bellezza del complesso, ma anche l’intelligenza con cui le grotte sperimentano ogni giorno un nuovo modello di turismo, realmente aperto a tutti e pronto a offrire tipologie di visita inedite.In sinergia con Consorzio CASA, le grotte di Castellana hanno infatti tracciato percorsi di visita per disabili non solo praticabili dal punto di vista strutturale, ma anche e soprattutto fruibili sul piano emozionale. Il segreto è la creazione di “percorsi sinestetici” costruiti e potenziati attraverso l’uso della musicarterapia: si tratta – in parole povere – di compensare un determinato deficit sensoriale attraverso l’uso di un altro senso. Un esempio? L’utilizzo di alcune modulazioni della voce, che in grotta consentono ai ciechi di percepire e ricostruire secondo il proprio linguaggio una dimensione sensoriale della cavità. L’obiettivo dell’iniziativa non si esaurisce chiaramente nel tentativo di potenziare il flusso turistico, ma punta a un vero e proprio reintegro del disabile nel sistema turistico e a una trasformazione radicale del concetto di handicap, inteso non come barriera, ma come diversa modalità di fruizione.

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In questo senso, l’esperienza delle Grotte di Castellana – al momento un unicum in Italia – propone un radicale ripensamento del concetto di “normalità” che potrebbe aprire nuovi scenari  non solo ai disabili, ma anche ai soggetti – cosiddetti – “normali”. Come nel caso del Concerto al Buio di Cesare Piccu, anche le Grotte di Castellana offrono ai vedenti la possibilità di sperimentare una modalità di fruizione completamente nuova attraverso “Speleonight”: una visita delle grotte che viene effettuata parzialmente al buio e che, attraverso il potenziamento della dimensione uditiva, restituisce di riflesso al visitatore qualcosa che di solito rimane totalmente inascoltato, ossia la “voce della grotta”. Una nuova dimensione del buio e del silenzio.

 

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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