Sostenibilità

Accordo UE-Europarlamento sulla raccolta di pile e batterie

di 10 Maggio 2006No Comments

Il Parlamento Europeo e gli stati membri dell’UE hanno trovato un accordo per la creazione di nuovi punti di raccolta per il riciclaggio di pile ed accumulatori usati, attualmente esistenti solo in sei dei 25 paesi del vecchio continente. La mediazione ha portato ad un compromesso fondato sui seguenti punti: i paesi europei dovranno raccogliere, entro il 2012, il 25% delle batterie usate, primo passo verso il 45% entro il 2016, così da evitare che finiscano in discariche o incenerite, con il rischio di intossicare aria, suolo e acqua. Nei sei paesi dove ci sono già sistemi di raccolta gli indici, nel 2002, erano del 55% in Svezia, 59% in Belgio, 44% in Austria, 39% Germania, 16% Francia e 32% Olanda.
Questa misura si inserisce nell’ambito della creazione di una nuova sensibilità collettiva sulla raccolta differenziata, in particolare dei prodotti poco o per nulla biodegradabili come il vetro, ad esempio, il cui consumo è nel nostro paese è di oltre 2 milioni di tonnellate all’anno; l’alluminio, che si estrae da una roccia chiamata bauxite, usato per contenitori usa e getta, per conservare alimenti e per oggetti di largo uso, altamente riciclabile ma non biodegradabile (per smaltire una lattina di alluminio occorrono circa 10 anni); la plastica, ricavabile in tutte le sue varianti dal petrolio, con cui si realizzano un numero sempre più grande di oggetti della vita quotidiana, assolutamente non biodegradabile (per smaltire un sacchetto di plastica occorrono all’ambiente circa 1000 anni). La raccolta differenziata si occupa, inoltre, di materiali non riciclabili ma la cui dispersione nell’ambiente costituirebbe un pericolo, come i medicinali e le pile. Ogni anno in Italia si consumano circa 300 milioni di pile. Non sono affatto biodegradabili ma vengono raccolte per evitare che venga disperso il liquido che contengono.

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Mattia Montanini

Mattia Montanini

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