In provincia di Siracusa è stato inaugurato il primo impianto solare termodinamico al mondo che funziona 24 ore su 24: anche di notte e in assenza di sole.

Nella baia di S. Panagia, tra Siracusa e Priolo Gargallo, in questi giorni è entrato in funzione l’impianto solare termodinamico “Archimede”, progetto sperimentale ideato dal premio Nobel per la Fisica, Carlo Rubbia, realizzato su progetto dell’Enea (del quale Rubbia è stato direttore) e finanziato dall’Enel attraverso un investimento di 60 milioni di euro. L’impianto prende il nome da Archimede che utilizzò, secondo la tradizione, i famosi “specchi ustori” per incendiare le navi romane durante l’assedio di Siracusa.

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Si tratta del primo impianto solare al mondo ad usare la tecnologia dei sali fusi integrata con un impianto a ciclo combinato, in grado di funzionare 24 ore al giorno, anche in assenza di sole o col cielo coperto. L’idea tradizionale di impianto solare termodinamico è stata perfezionata dall’Enea utilizzando come fluido termovettore non olio, ma sali fusi speciali in grado di raggiungere temperature molto elevate: 550°C invece di 400°C. Archimede utilizza una serie di specchi parabolici che concentrano i raggi del sole su lunghe tubazioni contenenti una miscela di sali fusi in grado di immagazzinare il calore prodotto in maniera estremamente efficiente. La miscela, che è costituita per il 60% di nitrati di sodio e per il 40% di nitrati di potassio, consente di accumulare il calore in grandi serbatoi ad una temperatura di 550 °C. L’energia termica così prodotta viene poi utilizzata per far muovere delle turbine dalle quali si ricava energia elettrica.

L’impianto è dotato di due serbatoi coibentati: uno per i sali caldi, aventi una temperatura di 550°C e un altro per i sali freddi (290°C). Quando è richiesta una produzione di energia elettrica, i sali del serbatoio “caldo” vengono inviati ad uno scambiatore di calore, che produce vapore acqueo, alimentando le turbine per la produzione di elettricità destinata alla vicina centrale Enel. I sali fusi speciali, rispetto all’olio, sono in grado di raggiungere temperature molto elevate e di trattenerle per tempi prolungati, permettendo così all’impianto solare di restare in funzione a ciclo continuo, senza doversi fermare nelle ore di buio o di cielo coperto. Grazie a questa nuova tecnologia sviluppata da Enea, quindi, Archimede riesce così a superare uno dei grandi limiti di questa fonte rinnovabile, con un aumento dell’efficienza energetica di circa il 20% rispetto agli altri impianti solari.

Dal punto di vista economico, Archimede è piuttosto oneroso nei costi di realizzazione, ma diventa competitivo se si considera che utilizza energia rinnovabile a costo zero, permette di risparmiare ben 2.100 tonnellate di petrolio e di ridurre 3.250 tonnellate di emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera ogni anno. L’impianto ha una capacità di circa 5 MW di energia elettrica e si stima che ogni anno un metro cubo di specchio riuscirà a produrre energia equivalente a quella che si otterrebbe da un barile di petrolio, ma in maniera assolutamente pulita e, fattore non secondario, interamente tramite tecnologie italiane, con la partecipazione con la tedesca Siemens.

Una volta che l’impianto dimostrativo Archimede sarà a regime e il progetto sarà sfruttabile a livello industriale e l’innovativa tecnologia a sali fusi potrà essere esportata dall’Italia in tutto il mondo.

Maggiori informazioni sul sito dell’Enea:
www.enea.it/com/solar/linee/fasi.html

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Laura Pavesi

Laura Pavesi

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Un Commento

  • guido ha detto:

    perchè il proff. Rubbia à apparso in telrvisione per pochi istanti?
    perchè i telegiornali parlano sempre e soltanto d’altro? Eppure alcuni sono abbastanza sensibili ai problemi energetici.
    il referendum sul nucleare è stato chiaro, si potrebbe riprendere l’argomento parlando di questo grande impianto a Siracusa almeno per cercae di frenare chi malgrado tutto fa melina sulle rinnovabili con intoppi vari e disincentivi, sempre per favorire i combustibili fossili perchè con le accise portano un grosso introito allo stato oltre che,naturalmente ingrassare i petrolieri.
    PARLIAMONE DI PIU’ CERCHIAMO DI DARE VISIBILITA’ A QUESTE GRANDI OPERE,INFORMANDO CHI VIVE NELLE RETROVIE MA ALLA FINE VOTA,PER CHI?