Isole pedonali,  sistemi razionali di sosta con tariffe differenziate per zona e orario, nuovo meccanismo di bollo auto, da rapportarsi  ai livelli di emissione di CO2 e allo spazio occupato. Ecco le nuove proposte di Aci e Legambiente.

Venezia con 487 metri quadrati, Verbania, Terni e Cremona (rispettivamente 205, 166 e 126 mq) sono i centri urbani che hanno più isole pedonali: oltre 100 metri quadrati ogni cento abitanti. In media, nelle città italiane ci sono 34 metri quadrati liberi dalle automobili ogni cento abitanti, con significative differenze fra città e città: Firenze ha 88 metri quadrati, Torino 52, Napoli e Milano 28, Bologna 27, Roma 14. A trent’anni dall’istituzione della prima isola pedonale (30 dicembre 1980, Roma, area Colosseo) i dati elaborati da ACI e Legambiente evidenziano che sono 92 i capoluoghi di provincia che dispongono di isole pedonali. Nel rapporto “La città ai nostri piedi“, le due associazioni condividono “l’esigenza di affrontare in modo incisivo i problemi legati alla mobilità e al trasporto urbano, aumentando al contempo la sicurezza e la qualità ambientale delle città“.

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In questo senso – affermano ACI e Legambiente – l’isola pedonale rientra tra le strategie che gli amministratori possono adottare per migliorare la mobilità urbana. Se ben progettata e ben inserita, infatti, l’isola pedonale ha dimostrato di produrre effetti positivi nell’immediato e sul lungo periodo: da subito una riduzione dei livelli di smog e rumore accompagnato da una crescita del numero di utenti del trasporto pubblico e poi una miglior tutela di monumenti e patrimonio storico-artistico, una valorizzazione turistica, un generale aumento della vivibilità cittadina. A questo si aggiunge il miglioramento della sicurezza stradale“.

Dall’accordo fra ACI e Legambiente sulla mobilità sostenibile, emergono una serie di proposte per “uscire dall’ingorgo“, valorizzare l’accessibilità ai centri urbani e renderli più vivibili. In particolare, fra le proposte ci sono quella di “attivare una authority o cabina di regia nazionale che, attraverso gli strumenti della programmazione e della concertazione tra le diverse componenti pubbliche e private, locali e nazionali, indirizzi in modo uniforme le scelte e le politiche in tema di mobilità e trasporti“. C’è la richiesta di emanare una Legge quadro che stabilisca criteri generali per la realizzazione dei nuovi insediamenti urbani, con previsione della Valutazione di Impatto sulla Mobilità, e di emanare una norma che stabilisca “criteri uniformi in base ai quali le autorità comunali possano predisporre provvedimenti che limitano la circolazione veicolare“.

Le due associazioni chiedono inoltre di investire risorse finanziarie in un programma strutturale per rendere più efficiente e meno inquinante la flotta del TPL, puntando alla sostituzione dei veicoli più inquinanti (Euro 0 e Euro 1) con flotte ecologiche. Chiedono inoltre di potenziare l’accessibilità ai centri urbani e solo dopo valutare l’introduzione nelle grandi aree del road pricing, definendo criteri uniformi per le politiche tariffarie per l’accesso ai centri delle città, i cui introiti siano destinati alla mobilità sostenibile.

ACI e Legambiente, infine, chiedono di aumentare il numero e l’estensione delle isole pedonali e la diffusione di sistemi razionali di sosta a pagamento, con tariffe differenziate per zona e orario. Altra proposta è quella di rimodulare e semplificare il meccanismo del bollo auto, da rapportarsi non più alla potenza (kw) ma ai livelli di emissione di CO2 e allo spazio occupato.

a cura di Helpconsumatori

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Valentina Corvino

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