Gli italiani stanno imparando a riciclare sempre di più e meglio? Dai dati Ecodom, relativi alla raccolta 2010 dei RAEE, Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, sembra di sì. L’aumento del 17% rispetto al 2009, che ha portato al riciclo di 89.100 tonnellate di vecchi frigoriferi, condizionatori, lavatrici, lavastoviglie, cappe e forni, ha evitato che nella nostra atmosfera venissero immesse circa 1 milione e 800 mila tonnellate di CO2, pari alla quantità che assorbirebbe un bosco grande quanto la provincia di Ancona in un anno.

Un dato più che soddisfacente per Ecodom, il consorzio nato nel 2004 dall’unione dei principali produttori italiani di elettrodomestici, scalda-acqua e cappe, per ottemperare ad una specifica normativa  dall’Unione Europea, recepita in Italia tramite il Decreto Legislativo 151 del 15 luglio 2005, che norma in maniera puntuale la gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici. Punto focale del D.Lgs 151 è la definizione della responsabilità delle aziende produttrici di organizzare e gestire in maniera ottimale l’intero flusso legato al riciclo dei prodotti giunti a fine vita: stoccaggio, messa in sicurezza di materiali dannosi per l’ambiente, come olii e gas inquinanti, smontaggio, triturazione e separazione dei materiali.

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Una filiera lunga che, oltre ai produttori, chiama in causa anche i distributori dei prodotti, che dal 18 giugno 2010 sono tenuti a ritirare la vecchia apparecchiatura se quella nuova è della stessa tipologia di quella appena consegnata, e i Comuni, che devono mettere a disposizione le cosiddette “isole ecologiche”, con caratteristiche di adeguatezza per raccogliere questo tipo di rifiuti. Ma anche i cittadini hanno la loro parte in questo processo e, relativamente ai risultati RAEE, secondo Giorgio Arienti, Direttore Generale di Ecodom,  i buoni risultati  sono “soprattutto merito dei cittadini italiani, che stanno diventando sempre più consapevoli dell’importanza del riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici”. 

Grazie al corretto smaltimento di queste tipologie di elettrodomestici, si riducono le emissioni delle sostanze clima-alteranti, che provocano il cosiddetto “effetto-serra”, di quelle “ozono-lesive” e si ottiene anche un notevole risparmio energetico derivante dal riciclo delle materie prime. Basti pensare che,  nel solo 2010, dalla raccolta di questa tipologia di elettrodomestici  si sono ottenute 58.340 tonnellate di ferro, pari alla quantità di materiale utilizzato per produrre i cerchioni di un milione di automobili, 1.655 tonnellate di rame, 2.876 tonnellate di alluminio, che coprirebbero il fabbisogno per la realizzazione di oltre 215 mila milioni di lattine, 7.500 tonnellate di plastica con cui si potrebbero costruire 150 milioni di bottiglie da 1,5 litri. Il tutto semplicemente consegnando negli appositi centri raccolta i propri elettrodomestici che non si utilizzano più.

Per maggiori informazioni e per conoscere i centri di raccolta più vicini, si può visitare il sito del Centro di Coordinamento RAEE: www.cdcraee.it.

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Isabella Berardi

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